venerdì 1 maggio 2015

Di Pride, orgoglio, lotte, diritti e doveri

 

Oggi è il primo maggio e probabilmente sono piuttosto in tema se pubblico ora il commento a questo film. Le vicende che danno il la alla storia sono infatti quelle di una grossa battaglia sindacale intrapresa dai minatori britannici all'inizio degli anni '80.
Argomenti questi che mi sono completamente estranei dato che a scuola non hanno mai dato la precedenza alla così detta cultura generale che poi ci chiedono, solo per dare una bella impressione di sé, nei test di ammissione universitari, e lo studio della storia è sempre stato prevalentemente nozionistico, politicamente corretto e si fermava prima della seconda guerra mondiale.
Ergo, molto probabilmente, è meglio che il mio commento verta su altri temi.

Per fortuna so che se mi metterò d'impegno, certe cose arriverò a comprenderle anch'io. Tuttavia questa è un'altra storia.
Per ora paziento e commento film, senza nessun diritto di farlo, e dunque lo faccio come fosse un dovere. Perché so di essere personalmente responsabile di ogni parola che scrivo.

prideloc

 

Produzione Calamity Films|Regno Unito|2014
Regia
Matthew Warchus
Sceneggiatura
Stephen Beresford


Con Bill Nighy|Imelda Staunton|Dominic West|Andrew Scott|George MacKay|Ben Schnetzer

 

 

 

 

 

Pride, orgoglio. Questo dichiara il titolo di un film che racconta una storia ispirata a fatti e persone reali. Sono un gruppo di ragazzi e ragazze omosessuali, amici e attivisti per i diritti dei gay nella Londra degli anni ottanta, che decidono di imbarcarsi nell'impresa di sostenere con delle raccolte fondi i minatori. Questi erano in sciopero contro la decisione del governo di chiudere a breve molteplici miniere di carbone, cosa che avrebbe causato la perdita di migliaia di posti di lavoro.
Il gruppo si dà il nome di LGSM, Lesbians and Gays Support the Miners (Lesbiche e Gay sostengono i minatori). Riescono a raccogliere qualcosa, ma chi di dovere non ha nessuna intenzione di accettare i loro soldi, appena sentono la parola gay riattaccano il telefono.
Unica apertura la trovano tra i lavoratori di un piccolo paesino di minatori nel Galles. Inizia così una collaborazione che è prima incontro, poi amicizia, e solo per alcuni è duro scontro. Alcuni infatti non riescono a vedere quello del gruppo LGSM come un gesto di solidarietà e lo rifiutano con disprezzo.
La forza comunicativa di questo film risiede in una scrittura semplice, senza pretese e in una giustissima colonna sonora. É una storia ambientata in tempi e luoghi di cui so poco e niente, ma erano sicuramente tempi e luoghi differenti da quelli di oggi. Forse soprattutto per quella parola che dà il titolo al film. Pride. Una di quelle parole di cui molti pensano di aver interiorizzato il senso e che molti usano con più o meno consapevolezza.
Orgoglio sul dizionario è una forte autostima, è l'incapacità di umiliarsi.
Io dico che l'orgoglio è altro. È gettare la propria maschera anche a costo di umiliarsi. É gettarla per sempre e di fronte a tutti.
Tuttavia si può sempre scegliere di esserci o farci, anche per l'orgoglio è così.
Per i tempi che corrono esserci significa essere soli. In alcune situazioni si sceglie di buttare una maschera per riunirsi sotto un'altra maschera.
Come succede a Gethin, ragazzo gallese che aveva scelto di lasciare la sua terra e la sua famiglia buttando via la maschera che portava, dichiarandosi omosessuale. Ma la vera maschera la toglie solo alla fine del film, quando decide di tornare nel Galles e di andare a parlare a sua madre.
Come succede a Steph, anche lei è costretta a smascherarsi due volte, la seconda volta è quando, alla fine del film, ritrova sé stessa, una persona dolce e accomodante, un po' diversa dalla ragazza dura ed eccentrica di cui vestiva i panni.
Poi c'è Joe che capisce la differenza tra andare via da casa e scappare. Probabilmente la sua famiglia non la afferra invece, ma questa è un'altra storia.
Io sono giovane e forse non capisco ancora niente, o forse non c'è proprio niente da capire! Non sono molto più giovane di tanti di quei ragazzi che non hanno mai esitato a buttarsi in battaglia e a difendere dei diritti. Oggi il mondo si è adeguato alle conquiste fatte ieri e ne ha approfittato, non siamo più in grado di vincere, anzi siamo ingannati. É una costante.
Volete difendere i vostri diritti donne? Lottate per avere il parcheggio rosa, le quote rosa e la merda rosa (tipica espressione che usavano quei burloni dei miei compagni di scuola alle medie... sarà una cosa femminista anche quella) Questo è un inganno. Non è un movimento femminista.
Non chiedetemi di riuscire ad esprimere a parole quello che questo mondo sta combinando, io so solo una cosa: che tutte queste etichette sono un inganno bello e buono.
Io non mi riconosco in nessuna etichetta creata da nessuna istituzione, nemmeno quelle create dalle istituzioni che mi sento di difendere.
Io non mi riconosco nelle parole di nessuno dei predicatori più ascoltati di oggi.
Io non mi riconosco nella politica.
Io scavo spesso da sola e spesso molto a fondo per trovare una parola da fare mia.
Sarà un problema mio o sarà che la verità è rimasta seppellita da milioni di altre cose luccicanti?
Per questo io porto pazienza e vado piano, aspetto e non ho nessuna intenzione di svendere i miei pensieri al primo che mi invita a mettermi al suo servizio o alla prima ideologia che passa e mi tocca.
Se servirò qualcuno sarà sempre qualcuno meno fortunato di me, indifferentemente dal suo credo, dal suo sesso, dalla sua etnia, dal suo orientamento sessuale, e lo farò guardandolo in faccia. Un po' come fanno questi ragazzi del film.
E se mai sarò femminista lo sarò con le parole di quella canzone che intonano nel film:

As we come marching, marching, we battle too for men,
For they are women's children, and we mother them again.
Our lives shall not be sweated from birth until life closes;
Hearts starve as well as bodies; give us bread, but give us roses!

Venendo a marciare, marciare, combattiamo accanto agli uomini,
Perché loro sono figli di donne, e gli diamo vita nuovamente.
Le nostre vite non dovrebbero essere sudate dalla nascita alla fine della vita;
I cuori sono affamati tanto quanto i corpi; dateci il pane, ma dateci anche le rose!

Il mondo ha bisogno di uomini e di donne, di donne che sappiano dare la vita, che si prendano la responsabilità di farlo, non il diritto.
Come fanno Sian e Steph con Joe, si comportano da mamme quando lui una mamma non ce l'aveva a disposizione.
Se le donne si riappropriassero di questo ruolo, accanto all’uomo perché danno la
vita e lo fanno in tanti modi, sarebbero davvero delle femministe. 


In conclusione ci tengo a dichiarare che anch'io ho voglia di ingaggiare la mia ribellione, anche quando mi sento l'essere più inutile della terra e anche se non ho ancora trovato una squadra per la quale tifare o un sindacato col quale lottare, spero che questo mondo possa cambiare, spero che le persone possano tornare ad essere persone, insieme, senza pregiudizio alcuno, ma anche senza etichette, con l'orgoglio di cui si parlava sopra. Anche per quelle persone che vedo, ma non riesco a capire dove siano finite. Alcuni ci sono, ma non ci sono. Anch'io a volte ci sono, ma non ci sono e quindi la mia battaglia personale comincerà così: esserci, con la testa, col cuore, con gli altri.

 

Voto al film senza i soliti foglietti:
Racconta senza avere pretese particolari, con leggerezza e sicurezza 7

 

Clicca questo consiglio musicale!

“In my defence what is there to say
All the mistakes we made must be faced today
It's not easy now knowing where to start
While the world we love tears itself apart
I'm just a singer with a song
How can I try to right the wrong
(...)
We destroy the love - it's our way
We never listen enough never face the truth
Then like a passing song
Love is here and then it's gone”

“In mia difesa cosa c'è da dire
Tutti gli errori che abbiamo fatto vanno affrontati oggi
Ora non è facile capire da dove iniziare
Mentre il mondo che amiamo si distrugge da solo
Sono solo un cantante con una canzone
Come posso cercare di aggiustare l'errore?

Distruggiamo l'amore – è il nostro modo
Non ascoltiamo mai abbastanza, non affrontiamo mai la verità
Dunque come una canzone che passa
L'amore è qui e subito è andato!”

10 commenti:

  1. Come sai, mi è piaciuto parecchio :)

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    1. sì sì! Anche a me è piaciuto se non si capisse da questo commento che alla fine blatera a destra e a manca ;-) eh oh è andata così

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  2. Sarà una delle prossime visioni, ed ho come l'impressione che mi piacerà.
    Bella l'interpretazione del concetto di orgoglio.

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  3. Bella la canzone e la recensione, il film spero lo sia altrettanto. :)

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    1. non bello quanto quella canzone ;-) ma bello!

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  4. E' nella mia lista delle cose da vedere, mi appunto la tua recensione, tornerò a leggerlo dopo la visione ;-) Cheers!

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    1. allora scoprirai che commento il film in 10 righe e poi divago e vaneggio! ;-)

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  5. io l'ho trovato un film delizioso sull'importanza di conoscersi...

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    1. benvenuta federica :) grazie per essere passata di qui!
      Anche io l'ho trovato delizioso

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