Hacksaw
Ridge è uno dei
luoghi dove si è combattuto durante la seconda guerra mondiale
sull'isola giapponese di Okinawa.
Il
titolo del film ricorda quel combattimento, ma il protagonista è
Desmond Doss, obiettore di coscienza arruolatosi
nell'esercito degli Stati Uniti. Fu il primo obiettore a ricevere la
Medal of Honor, altissima onorificenza militare. Avete
presente quella che conferiscono a Forrest Gump? Ecco, quella.
Cito proprio lui perché molto c'è di Desmond Doss in quel noto
personaggio fittizio, anzi, documentandomi un po' mi sono fatta
l'idea che il Doss di Mel Gibson sia molto meno Forrsest di quanto lo
fosse quello reale.
Anche
Doss era solo l'idiota della compagnia.
“Mamma
diceva sempre che i miracoli accadono tutti i giorni...”
(Forrest
Gump)
è
con una fede simile a questa che Desmond, credendo nella
necessità della guerra ma non nello scendere a patti coi propri
principi, si reca in battaglia come soccorritore e lo fa
completamente disarmato.
Il
film si divide in due metà e alla fine, anche per questo, manca
un po' di coesione. Nella prima conosciamo il protagonista e la
sua famiglia e poi le difficoltà che incontrò durante
l'addestramento militare per via della sua scelta di non usare armi.
Nella
seconda parte invece, dopo un'ellissi temporale, siamo su una
scogliera giapponese in mezzo al conflitto e lì Doss, solo
quell'idiota che non voleva imbracciare il fucile, meriterà gli
onori militari, per aver coraggiosamente salvato la vita di una
settantina di commilitoni.
É
vero che il film nel suo complesso è bello e di forte impatto.
Tuttavia il peccato è notare che abbia tante potenzialità
inespresse e molti momenti che, seppur preparati in maniera
magistrale, scelgono di rimanere sempre un gradino al di sotto della
possibilità di essere originali. Motivo per cui alla fine dei
conti La battaglia di Hacksaw Ridge è un film meno
comunicativo di quello che avrebbe potuto.
L'arrivo
al campo d'addestramento, per esempio, è l'imitazione di qualcosa di
decisamente già visto. Anche ammettendo che sia una buona
imitazione la domanda resta: serviva davvero usare questo cliché
o è soltanto una delle cose che tende a portar via l'attenzione dal
vero nocciolo del racconto? Sono per la seconda ipotesi e anche nel
cliché romantico della prima parte io ho visto solo un
abbellimento fine a sé stesso e non del tutto necessario.
Si
sarebbe invece potuto puntare
con più forza
sul background di Doss. Nella prima metà avrei voluto vedere con i
miei occhi le ragioni di tutte le sue scelte e di tutte le azioni che
compirà poi. Questo invece avviene solo in parte.
La
figura
del padre,
reduce della Grande Guerra, alcolizzato e violento, che cerca senza
riuscirci di trovare un senso a quell'orrore di cui è stato
testimone, sarebbe stato un personaggio perfetto per raccontare
Desmond e i suoi principi apparentemente incompatibili col servizio
in un conflitto armato. Affidato ad un eccezionale
Hugo
Weaving questo
ex militare è il ruolo meglio caratterizzato di quelli mostrati nel
primo tempo, ma comunque non quanto avrei voluto. É lui a dare al
figlio una certa visione del soldato,
che è quella che in realtà lo tormenta e non gli permette di
elaborare l'orrore che ha dovuto vivere. É lui a rappresentare il
pensiero di tutti: che il soldato deve essere uno pronto ad uccidere.
Un punto di vista che purtroppo sembrerebbe realistico, ma
miracolosamente non lo fu per Desmond. Lui rimarrà
sé stesso
e questo non solo salverà dalla morte decine di uomini, ma salverà
la sua stessa vita,
poiché forse il peso che rimarrà nel suo cuore sarà meno
soffocante di quello che portava il padre.
Io
non ho visto tutti i film di Mel Gibson.
Mi fermo a Braveheart,
che è indubbiamente un gran bel film, e Lapassione di Cristo,
controverso e sicuramente non adatto a tutto il pubblico, ma anche
questa un opera potente e di spessore.
In
ogni caso sapevo bene cosa aspettarmi dalla sua regia, ovvero una
certa propensione all'epicità,
un po' di solida retorica hollywoodiana
e racconti che hanno sempre uno scomodo comprimario: la
violenza dell'uomo.
Tutto
questo in Hacksaw Ridge
c'è ed è ciò che fa di Mel Gibson un regista con degli ottimi
numeri.
In
questo film però ho visto un eccessivo utilizzo del
rallentatore in alcuni momenti,
soprattutto nel finale,
che fatto così sembra quasi il trailer di un altro film, e qualche
momento in cui la rappresentazione della violenza
esce dal suo giusto confine. Quando è la rappresentazione stessa
dell'orrore a prevalere rispetto alla verità che vorrebbe
trasmettere, diventa brutta. E non penso che in questo lungometraggio
Mel Gibson ci sia cascato più di tanto, ma in alcuni momenti sì.
Direi tutti ascrivibili al momento del primo impatto col
campo di battaglia. Per il
resto è la violenza della guerra, non la violenza del regista.
Questo lo
dico per chi giudica un film appiccicandogli sopra la vita
dell'autore. Se giudicassimo un opera d'arte a partire dall'integrità
morale degli artisti che l'hanno prodotta, che ne sarebbe dell'arte?
E che ne sarebbe di noi? Giudici anziché meravigliati.
In
ultimo quell'altissima scogliera
che è Hacksaw Ridge nel film, gioca un ruolo fondamentale nel creare
tensione e drammaticità, ma è stato strano scoprire che nella
realtà era molto più bassa. In questo forse avrei cercato di
mantenere più attinenza ai fatti. La storia sarebbe comunque rimasta
una storia con dell'incredibile.
P.s.:
visto che siamo in tema di Festival di Sanremo e che una delle
canzoni per cui parteggio casca proprio a fagiolo, ve la allego.
Ermal
Meta dice
“ricordati
di disobbedire, perché è vietato morire”
Ed
è quello che fa Doss, per restare vivo, perché il suo cuore non
muoia come quello del padre, lui disobbedisce e resta obbediente ai
suoi principi, quel che succede dopo è miracoloso.
Per
restare vivi talvolta è necessario disobbedire, obbedire solo alla
propria coscienza, quella a cui qualcuno quando eravamo piccoli ha
insegnato l'amore.
“e
la fatica che hai dovuto fare
da un libro di odio ad insegnarmi l’amore
da un libro di odio ad insegnarmi l’amore
Hai
smesso di sognare per farmi sognare”
Gran bella recensione! Concordo praticamente su tutto e in particolare proprio sulla forte discontinuità tra la prima e la seconda parte che mi ha lasciato un po' perplessa, peccato :(
RispondiEliminaGrazie! :) Peccato sì, ma per fortuna il film è comunque di forte impatto
EliminaGrazie! e sul film direi che siamo d'accordo. ;)
RispondiEliminaBen fatto Sam!
RispondiEliminaInizio dicendo che non sono un fan di questi film, ma apprezzo l'impegno della regia. Concordo sulle potenzialità del padre, che è un personaggio chiave, ma non è sfruttato al meglio. Apprezzo il tuo parallelo con Forrest Gump e lo condivido. Non mi ritrovo invece nella riflessione sull'addestramento, perché più che un cliché lo vedo come un altro punto fondamentale della storia del protagonista, nonché un omaggio a Full Metal Jacket e Ufficiale Gentil Uomo (e non un tritaritrita).
Nel complesso mi è piaciuto che Mel abbia cercato di riportare "fedelmente" la storia di Doss, sempre secondo gli standard Hollywoodiani ahimè. Poi tutta la polemica su stereotipi e altro in realtà la condivido anche, ma credo che per comprendere il vero focus del film ci si debba un po' astenere da giudizi affrettati.
BW
Grazie!
EliminaSono assolutamente d'accordo, è necessario concentrarsi su dove ti vuol portare il film e sul se ce la fa, prima di criticare la forma. Però penso davvero che in alcuni punti i clichè lo abbiano fatto perdere di forza. Sarà anche che in v.o. il sergente strillone era meno credibile che nella versione doppiata ... non saprei ;)
Registicamente parlando (per quel che me ne capisco, ovvio) per me è un filmone assolutamente privo di difetti, anzi, è riuscito ad emozionare anche me che non sopporto tanto i film di guerra.
RispondiEliminaPerò concordo con i tuoi appunti sulla sceneggiatura e sul ritmo poco costante, soprattutto il personaggio di Weaving avrebbe potuto essere sfruttato molto meglio.
Io azzardo che Weaving si sarebbe meritato una nomination come non protagonista... ecco
EliminaConcordo su Weaving - che avrebbe meritato eccome la candidatura - e sulla discontinuità del film.
RispondiEliminaDifetti a parte, però, io l'ho trovato tosto e di pancia.
Non sarà un filmone, ma funziona forte.
allora siamo d'accordo su entrambi i fronti ;)
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