giovedì 29 dicembre 2016

Rogue One - A Star Wars story

Se non ricordaste il mio post su Star wars – II risveglio dellaforza vi rinfresco la memoria: la riapertura dell'universo di Guerre Stellari mi aveva lasciato un tantino perplessa. Il settimo episodio non era certamente un brutto film, l'ho anche riguardato volentieri, ma allora non mancai di esprimermi negativamente sul suo carattere di puro revival.
Per Rogue One – A Star Wars story sono estremamente contenta di poter fare un discorso totalmente diverso e più positivo.
Questo film, che era stato annunciato come una storia indipendente dalla saga, si rivela non essere per niente indipendente. Ovvero non è uno spin-off nel vero senso del termine, è più corretto definirlo un prequel del così ribattezzato Episodio IV, Una nuova speranza. Infatti Rogue One finisce esattamente dove Una nuova speranza comincia, e per esattamente intendo giusto una scena prima, infatti narra le vicende che hanno portato l'alleanza ribelle in possesso dei piani strutturali della Morte Nera.
La trama è semplice, non aggiunge nulla di più a quanto già sapevamo o immaginavamo, ma funziona alla grande e si incastra perfettamente, andando anche a riempire quello che, soprattutto agli occhi di uno spettatore del 2016 e non più del 1977, può benissimo essere interpretato come un buco di trama di Una nuova speranza. Ricordate come i ribelli siano riusciti a distruggere la prima Morte Nera? Mai pensato “troooppo facile con la falla di progettazione!” ?
Ecco, Rogue One offre a questo un'ottima spiegazione, mette in campo un'impeccabile rosa di nuovi protagonisti, non ricerca la citazione a tutti i costi, gioca la carta nostalgia con una certa signorilità e ci regala così un film con una semplice ma solida base narrativa. Cosa che Episodio VII aveva evidentemente ritenuto non necessaria.
Se in Episodio IV sentivamo i personaggi parlare dell'oppressione dell'Impero e conoscevamo un'Alleanza Ribelle già forte (per l'appunto) di una nuova speranza, Rogue One è l'altra faccia della medaglia.


Viene rappresentata l'occupazione dell'Impero in maniera più dura, vediamo quella loro ora più nera di cui parlava Leila nel messaggio ad Obi-Wan e i ribelli non sanno come agire e non sanno di chi fidarsi, ma alcuni di loro sono pronti al sacrificio, senza che nessuno Jedi saggio gli dica quel che devono fare.
Il film non è assolutamente perfetto, ma gli aspetti che contano sono tutti calibrati e dosati al meglio affinché questo possa non solo essere giudicato un film che valeva la pena di girare, ma anche a tutti gli effetti un film che risveglia l'universo di Guerre Stellari molto meglio di come il revival commerciale dell'anno scorso aveva potuto fare.
La prima parte è forse un po' poco strutturata, con il ribelle estremista Saw Gerrera, personaggio che in fin dei conti non è del tutto convincente, ma poi tutto fila liscio fino ad un epico finale. Dart Fener compare proprio al momento giusto a ricordarci la potenza del nemico, i Jedi sono scomparsi da tempo (a parte Fener, ovviamente) ma il personaggio di Chirrut è lì per non farti sentire la loro mancanza, così come la Forza rimane un elemento persistente ed infine il nuovo membro droide della compagnia è simpatico quasi quanto 3BO.



Per quanto riguarda l'adattamento italiano dire che c'è confusione è un eufemismo, non sanno più cosa tradurre e cosa no ed ho anche registrato un agghiacciante “Non sono io che devi convincere”, no comment!
Invece non mi esprimerò ora sull'opportunità o meno di riportare sullo schermo, riproducendoli al computer, volti noti che naturalmente non avrebbero più potuto comparire sul set; perché per ora in me prevale l'aspetto affascinante della cosa piuttosto che quello controverso. La principessa Leila è così realistica che sembra magia, ma forse aiuta il fatto che compaia per soli dieci secondi netti.