martedì 26 novembre 2019

Light of my life - è un inno al femminismo?


Light of My Life è ora in sala, film drammatico scritto, diretto ed interpretato da Casey Affleck (Oscar come miglior attore protagonista per Manchester By The Sea)

Per i miei gusti Light of my life non comincia bene, ma benissimo.
Un padre e una bambina, forse sua figlia, sono sdraiati l’uno accanto all’altra dentro ai loro sacchi a pelo, la luce è fioca e calda, in sottofondo si sentono i rumori di un bosco e l’uomo sta cercando di improvvisare una storia della buonanotte per la ragazzina. La storia, che non è una qualunque, viene raccontata in tempo reale, è una vera favola anche per lo spettatore, e i primi dieci minuti di film passano così. Alla fine della favola Rag, la figlia, pone una domanda bizzarra, chiede: “Sono l’unica ragazzina della mia specie?” Comincia a venirci svelata solo qui la realtà che circonda i due protagonisti. Siamo infatti in un imprecisato futuro distopico in cui un virus mortale ha decimato la popolazione femminile mondiale.
Una scena di partenza di questo livello ti fa delle promesse che a mio avviso, purtroppo, da lì in avanti non sono state mantenute. Non ho trovato nessun altro momento padre-figlia all’altezza di questo primo, e soprattutto non ce n’è stato uno che si inserisse nella stessa scia per dare organicità al film.

Se arrivi da Instagram hai letto fin qui

sabato 23 novembre 2019

Le Mans '66 - la grande sfida


In Les Mans ‘66 siamo, lo ricorda il titolo, a metà degli anni sessanta e la Ford Motor Company è in crisi. Ha bisogno di rilanciare il suo marchio e dunque quegli individui poco raccomandabili del reparto marketing propongono a Henry Ford II di pensare come Ferrari e di produrre una macchina da corsa. Perché, lo dimostrano i fatti: le auto di Ferrari sono un simbolo, un simbolo nella cultura popolare, vogliono dire vittoria, e la gente vuole questo: indossare un simbolo di vittoria, bere un emblema di felicità e altrettanto vuole guidarlo, vuole esporlo. La gente non vuole un’auto, vuole un segno di riconoscimento.

Fatto sta che Ford decide di imbarcarsi in questa impresa, pensando di sfruttare il suo vantaggio economico per entrare in competizione con Ferrari, allora imbattuta, ed è qui che scende in campo Carroll Shelby, ex pilota agonistico ritiratosi per un problema di salute, fondatore della Shelby-American, azienda che all’epoca produceva una propria macchina da corsa: la Cobra. Veicolo su cui il massimo commento che io posso fare è: figo il nome!

Infatti non sono un’amante di auto, corse, motori e cose di questo genere, anzi non le sopporto proprio. Ciò che invece amo è il cinema che riesce a farmi emozionare anche con qualcosa di cui nel quotidiano non mi interesso minimamente, e badate che ci riesce ogni volta ma io continuerò comunque a stupirmene. D’altronde il gioco è facile, il denominatore comune tra lo spettatore e qualunque cosa possa essere narrata è sempre uguale ed è presto detto: è l’essere umano. Raccontami in che modo c’entra l’uomo e io penderò dalle tue labbra.

Se arrivi da Instagram hai letto fin qui

giovedì 21 novembre 2019

Cosa esce oggi al cinema? - 21 novembre


Visualizza questo post su Instagram

VERTIGO - LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE (USA 1958) uno dei capolavori di Alfred Hitchcock con Kim Novak e James Stewart è di nuovo in sala da lunedì 18 distribuito da Cineteca di Bologna. Ne approfitti chi può! L'UFFICIALE E LA SPIA (USA) Decisamente il film più atteso della settimana, chiacchierato sì, ma sempre meno del suo regista, Roman Polanski, che più che chiacchierato è largamente contestato. Cosa legittima e comprensibile, tuttavia il film sembra comunque essere ottimo e si è conquistato il Gran premio della giuria a Venezia. Il racconto è un noto capitolo della storia e della politica francese: l’affaire Dreyfuss. CETTO C'È, SENZADUBBIAMENTE (Italia) Torna al cinema Cetto La Qualunque: un personaggio comico e satirico ideato e interpretato da Antonio Albanese, già portato sul grande schermo con le commedie “Qualunquemente” (2011) e “Tutto tutto niente niente” (2012). Diretto da Giulio Manfredonia e co-sceneggiato da Albanese. ASPROMONTE - LA TERRA DEGLI ULTIMI (Italia) Primi anni ‘50, Appennino calabro, in un paesino non ancora raggiunto nemmeno dalla corrente elettrica arriva una maestra di Como e ha tutte le intenzioni di rendersi utile. Lo stanno definendo un western atipico, è un film di Mimmo Calopresti con Valeria Bruni Tedeschi e Marcello Fonte. LIGHT OF MY LIFE (USA) Scritto diretto ed interpretato da Casey Affleck. È il suo debutto registico nel cinema di finzione e lo fa con una storia distopica: sulla terra un virus ha sterminato quasi tutto il genere femminile ed un padre e la sua bambina sono costretti a nascondersi e lei a fingersi un maschio per non correre rischi. COUNTDOWN (USA) Genere horror (forse). Circola una nuova app: ti dice quanto ti resta da vivere, previsione che, qualunque cosa tu faccia, si rivelerà sempre comunque corretta. Vi ricorda qualcosa? Suvvia, non è copiare, è progresso tecnologico, il VHS è ormai obsoleto. In più STORIA DI UN MATRIMONIO (USA) con Scarlett Johansson e Adam Driver è da lunedì 18 in alcune sale e sarà su Netflix dal 6 dicembre. Cosa andrete a vedere? 🤩
Un post condiviso da Come nei FILM (@come_nei_film) in data:

giovedì 14 novembre 2019

Living with yourself: Paul Rudd e Paul Rudd al loro meglio in una serie che rimane un po' sotto tono

Otto episodi brevi, scritti da Timothy Greenberg e diretti dai coniugi Jonathan Dayton e Valerie Faris, registi di Little Miss Sunshine. Distribuita su Netflix, ottobre 2019.
...

Cosa può esserci di peggio del dover vivere con sé stessi? Probabilmente dover letteralmente convivere con sé stessi.
Invece cosa può esserci di meglio di Paul Rudd in una serie tv? Ovviamente, due Paul Rudd nella stessa serie!

Avete presente quella cosa nella vita in cui inciampate di continuo? È sempre lì, ancora nello stesso posto, medesime dimensioni, eppure vi ostinate a finirci goffamente contro ogni volta. É quel problema che non vogliamo vedere, la tristezza che non vogliamo curare, un dubbio che non vogliamo ammettere, sono le insicurezze per cui non vogliamo chiedere aiuto. Proprio come una credenza vintage parcheggiata in un corridoio pensando che diventerà il simbolo dell’unione della propria famiglia e invece è solamente un ostacolo contro cui sbattere e motivo di battibecchi. Perché un oggetto in fondo non ha nessun potere e credere che ce l’abbia è solo un modo per sollevare sé stessi dalla responsabilità di trovare la forza. (Fucking credenza!)

Adoro, in un film o una serie, l’attenzione per questi piccoli dettagli simbolici che fanno da sottotitolo ad una situazione concreta e allegorica allo stesso tempo. Per questo non me la sento di bocciare Living with yourself, perché tenta davvero di fare delle cose carine e voglio vedere se per la seconda stagione (se mai ci sarà) riuscirà a sistematizzarle meglio, perché le carte le avrebbe avute, il punto dolente è come se le è giocate.

Se arrivi da Instagram hai letto fin qui

sabato 2 novembre 2019

Yesterday – se i Beatles non fossero mai esistiti ma tu sapessi le loro canzoni?

Di Yesterday ho visto il trailer per caso e già mi aveva fatto ridere la sua trovata bizzarra. Si immagina un mondo in cui improvvisamente i Beatles non sono più esistiti, nessuno sa più chi siano. Solo un musicista di scarso successo inspiegabilmente se li ricorda e conquista il pubblico di tutto il mondo spacciando come sue le loro iconiche canzoni.
Avendo poi scoperto che la sceneggiatura è di Richard Curtis e la regia di Danny Boyle, inevitabilmente mi erano nate delle aspettative di un certo livello riguardo a questo film. Si tenga presente che Richard Curtis ha scritto tutte le mie commedie preferite tra quelle degli ultimi venticinque anni. Vi cito solo una top 3 per brevità: Questione di tempo, Love Actually e Notting Hill. Robetta da nulla, insomma.
Aspettarsi una cosa al livello di quelle sopracitate è stato un po' azzardato, me ne rendo conto. Peccato, perché in realtà il film è oggettivamente carino, divertente e leggero e realizzato con uno stile che almeno non è del tutto spiccicato a ciò a cui siamo abituati.

Se arrivi da Instagram hai letto fin qui

Hey, c'è nessuno?

Ciao a tutti vecchi compagni di blog, se ancora ci siete.
Senza dire più di tanto mi riaffaccio qui dopo più di due anni perché mi serve di nuovo questo spazietto per scrivere di film.

Non è tutta colpa mia però!
Un'amica, che da qui in avanti chiameremo “la mia socia”, mi ha offerto di collaborare per una pagina Instagram a tema film.
cliccate qui per seguirci oppure a destra nella sidebar
Seguiteci!
Ogni giorno mettiamo nelle storie  i film in programma in TV, e ne commentiamo uno in un post serale. 
Perché ogni sera è buona per vedere un film!
Troverete in più tantissimi altri contenuti cinefili, tra cui recensioni che per non dover rientrare negli stretti limiti di Instagram approderanno su questo blog.
Ovviamente sfrutterò questa occasione per tornare a leggervi e commentarvi, che era una delle cose che preferivo fare. Battete un colpo se ci siete, spero di vedervi spesso qui in giro.
In arrivo oggi: recensione di Yesterday, stay tuned
Sam