Produzione
USA|1971
Regia
Steven Spielberg
Soggetto
e sceneggiatura Richard Matheson
Con
Dennis Weaver
Tratto
da un racconto thriller di Richard Matheson, autore che ne ha
curato anche la sceneggiatura, Duel è
un avvincente e sproporzionato duello tra un'auto rossa e ben tenuta
e un autoarticolato vecchio, arrugginito e dall'aspetto decisamente
minaccioso.
David, alla guida dell'auto, è un
uomo qualunque, ha una moglie qualunque, dei figli qualunque, dei
guai da uomo qualunque ed è in viaggio per lavoro in una giornata
qualunque. Ma è proprio in una giornata qualunque che si imbatterà
nell'altro grosso veicolo che presto renderà palesi le sue
inspiegabili intenzioni di ucciderlo, di prenderlo in pieno e
schiacciarlo. Il protagonista dovrà dunque lottare per la sua
sopravvivenza.
Duel
è un combattimento
all'ultimo sangue e
l'arena nella quale si svolge è una di quelle strade americane
infinite, assolate e polverose, è un inseguimento che dura tutto un
film. I personaggi principali sono David, la sua auto, la strada e la
polvere, e l'autoarticolato il cui autista non vedremo mai per
intero.
"Non
si può mai dire. Uno crede che certe cose siano abbastanza naturali:
come per esempio guidare la macchina senza che qualcuno cerchi di
ammazzarti. E invece tutto a un tratto qualcosa cambia e per mezz'ora
della tua vita perdi ogni contatto con il mondo civile e ti senti
come se fossi di nuovo un selvaggio nella giungla."
Questo lungometraggio nasceva
per la televisione, ma ebbe un tale successo che fu portato
presto anche al cinema allungandolo da 70 a 90 minuti. E tenete a
mente questi 70 minuti perché vi sorprenderà sapere che dietro la
macchina a registrare questa pellicola c'era un venticinquenne e
pressoché sconosciuto Steven Spielberg che terminò le
riprese, nonostante la sfiducia della produzione, in soli tredici
giorni.
Dopo aver visto questo film ho
pensato che chiunque aspiri a diventare regista dovrebbe
assolutamente vederlo, non tanto perché documenta gli esordi di un
bravissimo e prolifico regista, ma perché è una chiara ed efficace
dimostrazione di cosa significhi controllare un racconto al
cinema. (vi avverto... non che io sappia davvero qualcosa di
cinema, ma si sarà capito che è una cosa sulla quale mi piace
blaterare, ergo prendete i miei vaneggiamenti come tali se lo
ritenete necessario)
Un film a mio avviso è prima di
tutto una narrazione e mentre una chitarra usa suoni e note, un libro
usa parole e carta, un dipinto colore e linee, un film utilizza
inquadrature, musica e parole, ma primariamente inquadrature.
Si può dire che guidi il nostro sguardo, che porti la nostra
immaginazione a vivere il racconto.
Sicuramente
ben impostato primariamente sulla carta che è la base più solida
per un buon film, Duel è
un racconto semplice, l'azione è sostanzialmente una sola, ma
proprio nella sua semplicità è difficile da rendere nel
lungometraggio. Spielberg offre una prova
da vero esperto. Ogni
inquadratura è necessaria a raccontare con dovizia di particolari 90
minuti di un paradossale inseguimento e nella scena nulla è
sottovalutato: notevole l'uso degli specchietti
retrovisori.
Nel
film vi è un solo protagonista umano visibile con alle calcagna
qualcosa che all'inizio potrebbe anche essere semplicemente il frutto
della sua immaginazione, ma quel che è certo è che lo vuole morto.
Poi ci è raccontato il crescendo di reazioni dell'autista qualunque
che passano dall'euforia
della goliardata dell'aver battuto sul tempo l'altro veicolo
all'inquietudine,
dalla paura all'ossessione
e
all'istinto di
soppravvivere, fino a far
scomparire anche quel solo personaggio umano per qualche breve
istante in una sequenza finale catastrofica e molto bella nella quale
David si ritroverà a saltellare come una scimmietta vittoriosa
davanti al fosso nel quale è finalmente precipitata l'autocisterna
impazzita. Mentre poi lui si rende conto in un momento di rassegnata
consapevolezza di cosa ha appena compiuto noi lo vediamo con i nostri
occhi, scorgendo il sangue tra i rottami del veicolo.
Spielberg
è supportato nel suo raccontare da un bravissimo Dennis
Weaver
nel ruolo di David che lo aiuta in misura non indifferente a mettere
insieme un film decisamente benfatto. Nel suo narrare registico non
ci sono particolari guizzi o velleità, ma lo spettatore è coinvolto
nel lungo inseguimento che regge dall'inizio alla fine senza
esclusione di scene. Capita che nei film ci siano degli inseguimenti
e che durino qualche minuto e talvolta sono meno strutturati di
questi 90 minuti. Penso proprio che Duel
sia
quello che un
regista all'esordio
dovrebbe dimostrare di saper fare: gestire
un racconto,
che sia un complesso insieme d'azioni o un'azione singola nel suo
svolgersi e nel suo climax di reazioni, conseguenze e sottotesti.
Grandissimi entrambi, sia il film di Spielberg che il racconto di Matheson ( incalzante come non mai).
RispondiEliminaIl racconto non sono ancora riuscita a trovarlo, ma se è simile alla sceneggiatura del film, son sicura che sia una bella lettura! :)
EliminaGran bel film, sono d'accordo. Teniamo conto però che Spielberg è praticamente nato su un set, e se questa è la sua prima regia significativa, a quella verde età aveva già una lunga esperienza cinematografica. Come dire, non è uno che è nato già imparato ;-)
RispondiEliminaNessuno nasce imparato, questo lo dico sempre. Ma non so che infanzia abbia avuto. Ho letto che fin da piccolo si dilettava a realizzare film amatoriali, certo che avrà significato qualcosa! :)
EliminaUno dei pochi film di Spielberg che mi piace veramente moltissimo. Tensione allo stato puro dall'inizio alla fine e un inseguimento pazzesco. Per non parlare poi di tutti i sottotesti presenti sulla vita del protagonista... Il romanzo mi manca...
RispondiEliminaA me ne piacciono tanti di spielberg a dire il vero! :)
EliminaDavvero un bel film, oltre che il più cupo realizzato dal senhor Spielbergo
RispondiEliminaIl più cupo? Non saprei non credo di aver esplorato proprio tutta la sua filmografia ;)
EliminaQuesto ha sicuramente una vena inquietante
Vero... l'inseguimento piace sempre ;)
RispondiEliminaNon lo vedo da anni ma lo ricordo potentissimo, un bel pugno nello stomaco di tensione praticamente infinita :)
RispondiEliminadecisamente benfatto sì! :)
EliminaChe vergogna, questo mi manca!
RispondiEliminaOttimo, hai trovato un recupero interessante da fare! Dopo scrivicene! :-)
EliminaFilm bellissimissimo e non sapevo che fosse stato anche sceneggiato da Matheson. Forse sarà per questo che è il film di Spielberg più duro e inquietante, anche più del Lo Squalo.
RispondiEliminaLo squalo mi manca, ma visto che ultimamente ho amato Spielberg nel recupero di Jurassic Park, magari lo recupero a breve! :)
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