Amici della blogosfera, oggi vi porto un ospite!
Viene dalla terra di Instagram, che non ho ancora capito se confina o meno con il mondo del blog ma, come vi dicevo appena tornata, io e una mia amica abbiamo creato un nostro posticino lì (venite a trovarci!) ed esplorando i dintorni abbiamo incontrato Lo Spartiacque (andate a trovarlo!), che oggi ospito con piacere sul blog a parlare di film, ma che su Instagram spazia tra le arti e i prodotti della nostra cultura in generale, indagando spesso e volentieri l'aleatorietà dell'origine di alcune di queste cose.
Ci parlerà di un film che non ho ancora visto, ma che, da amante del cinema per ragazzi quale sono, non mancherò di recuperare (lo trovate su NETFLIX)
Senza ulteriori indugi, ringrazio il mio ospite e vi lascio al suo articolo.
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Tutto ciò che vive, muore. È per questo che devi trovare la gioia nel vivere, mentre il tempo è ancora tuo, e non aver paura della fine. Negre questo è come negare la vita. Temere questo è temere la vita.
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Tutto ciò che vive, muore. È per questo che devi trovare la gioia nel vivere, mentre il tempo è ancora tuo, e non aver paura della fine. Negre questo è come negare la vita. Temere questo è temere la vita.
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Come si può rendere difficile e malinconica la vita di un Goonies, uno dei piccoli eroi di Goon Docks? La risposta è semplice: privandoli dei suoi amici, di un variegato e coeso gruppo, formato da ragazzi che condividono e assecondano le passioni dell'altro e la loro sete di avventura.
"I Kill Giants" è un po' cosi. É l'avventura di un Goonies rimasto senza compagni di avventure, di fronte a eventi troppo grandi per essere affrontati in solitudine. Basato sull'omonima ed originalissima Graphic Novel scritta da Joe Kelly (che qui svolge il ruolo di sceneggiatore) e disegnata da J.M. Ken Niimura, il film chiama alla mente opere come "Il Labirinto del Fauno", "Un ponte per Terabitha" e "Sette minuti a mezzanotte", capaci di fondere la complicatezza della realtà con quel mondo fantastico, accessibile solo a chi possiede il dono di sognare ad occhi aperti.
La protagonista è Barbara Thorson, una stramba ragazzina con evidenti problemi nel socializzare ed una forte tendenza all'introversione. Barbara si crede l’unico baluardo di difesa della sua cittadina contro la costante minaccia rappresentata dai terribili giganti, esseri dediti alla morte e alla distruzione e che da sempre affliggono macchiavellicamente il genere umano, allo scopo di privarlo di ogni possibilità di essere felice. Barbara è la sola che può vederli ma si sente sola anche nella sua vita, con un intero mondo che non comprende la sua missione, non crede nella sua forza, ignora la sua dolcezza e non percepisce la profondità del suo dolore. Da qui prende silentemente vita un dramma giovanile, mentre qualcosa di colossale ed oscuro è ancora una volta in procinto di invadere i nostri territori e colpire duramente.
"I Kill Giants", che vede alla regia il giovane Anders Walter, riesce a portare efficacemente sul grande schermo una successione di terribili spauracchi e inarginabili paure, in questa profonda incursione nelle tenebre che si propagano nell'animo innocente di una bambina.
Una studentessa di liceo che vede mancare quegli appigli necessari a non temere il crollo su se stessa, spinta dalla costante pressione di un età complicata e di una vita difficile, che riserva spesso colpi bassi. Il fratello è distaccato e del tutto disinteressato, mentre la sorella maggiore fatica a fornire alla ragazzina la necessaria figura materna della quale è sprovvista. Sarà forse l’arrivo della nuova studentessa Sophia a scuotere la vita di Barbara? Potrà l’interesse della psicologa Mrs Mollé riallacciarla al mondo circostante, cosi da permetterle di aprirsi finalmente ad esso, affrontando con rinnovata consapevolezza la minaccia rappresentata dai giganti?
La sceneggiatura del film ricalca fedelmente quanto si trova nel fumetto, offrendo allo spettatore una storia che si attiene pienamente alla propria fonte, pur donandogli una dimensione cinematografica più consona.
Non mancano quindi situazioni intense e personaggi empatici e ben caratterizzati, nei quali potersi immedesimare. Un immedesimazione che permette allo spettatore di comprendere che i giganti presenti nel film servono a raccontare qualcosa di ben più grande e profondo. Ed è proprio in questo che la storia arriva a toccare livelli decisamente alti.
"I Kill Giants" è un film tratto da un fumetto ma che non ha probabilmente nient'altro ad accomunarlo a un cinecomic di stampo classico. Non si fa fregio di soluzioni visive che soppiantano l'importanza di una trama che, in maniera fantasiosa ma asciutta, decide di raccontare e di insegnare qualcosa, toccando delicatamente e con i giusti tempi, le corde della nostra sensibilità.
Di norma, quando un film drammatico ha per protagonista una ragazzina finisce per edulcorare ogni aspetto legato alle sue problematiche. "I Kill Giants" segue però una via diversa, evitando la facile strada della storiella edificante ed epurata dei propri lati oscuri, presentando una protagonista al limite della sociopatia, dall'animo destabilizzato e dalla rabbia cosi opprimente da portarla ad aggredire violentemente gli altri. Una giovane in balia delle proprie emozioni e la cui tendenza a fuggire il mondo circostante la spinge ad azioni incoscienti e decisamente pericolose. Barbara non è un personaggio semplice, né un personaggio amabile, potendo risultare a tratti persino irritante e irragionevole in una maniera spesso non condivisibile. Il suo rancore non è mai del tutto mascherato e ha un posto di primo piano nella vicenda. Eppure, proprio in queste cose si cela la bellezza del suo personaggio... la sua complessità. L'evoluzione della protagonista svela senza fretta i lati più nascosti del suo io interiore e, con essi, le ragioni che la spingono ad essere quello che è. Questo lento denudamento del suo animo, e il rivelarsi degli eventi che lo scuotono, spingerà lo spettatore a prendere atto di una nuova visione di lei e di insieme, permettendo, con il passare dei minuti, un empatizzazione che all'inizio può apparire inaccessibile ma che, con il tempo, diviene quasi inevitabile.
La regia è decisamente promossa. Misurata ma decisa e costantemente fedele alla propria poetica. Il risultato è un film chiaro che non si presta a sforzi di immaginazione poiché la raffinatezza delle scelte narrative è sempre accompagnata da un ritmo azzeccato e da un opportuna chiarezza.
Apprezzabile la fotografia, grazie al sapiente uso di luci ed effetti speciali (obbligatoriamente) centellinati ma efficaci e mai invasivi. Degne di nota sono le ambientazioni che ben si prestano a creare la giusta atmosfera, grazie anche ad una colonna sonora indie che sceglie di non sovrapporsi mai al potere delle immagini, accompagnandole con garbo fino al finale, dove il ritmo cresce in simbiosi con la protagonista. La ciliegina sulla torta è poi il comparto attoriale: le interpretazioni sono ottimamente calibrate, così da donare ai personaggi una caratterizzazione efficace e che non impone troppe divagazioni, allo scopo di delineare i principali personaggi
Le due attrici bambine riescono a spiccare, regalando un misto di insicurezza, dove le numerose paure fanno vacillare quel velo di falso controllo, sottolineando in maniera più forte e chiara quel bisogno di crescere, toccando direttamente le corde più profonde dello spettatore.
A raccontarlo così, "I Kill Giants" sembrerebbe quasi un film esente da difetti e la cosa non è cosi distante dalla verità, soprattutto se si considera il basso budget che ne ha sostenuto la realizzazione.
Ma non è un film perfetto: non mancano ad esempio alcuni personaggi troppo stereotipati e un finale che, a mio avviso, può risultare un po' frettoloso, andando così a incrinare lievemente gli ingranaggi di quell'orologio svizzero che era stato fino a poco prima.
Ma quello che manca più di tutto è forse la spettacolarità nelle scene d'azione. E non parlo di una spettacolarizzazione fine a sé stessa ma di un qualcosa che, come accade nella Graphic Novel, si sarebbe integrato proprio alla struttura narrativa, elevandone così il valore.
La protagonista, nella Grafic Novel, risulta un inarrestabile combattente che, armata di amuleti, magiche rune e del fido martello Koveleski, funge da spietato siero antigiganti, a cui riservare botte da orbi. É un peccato non aver potuto godere di un paio di sequenze che avessero la medesima forza visiva presente nel fumetto, capaci quindi di creare un maggiore contrasto con il lato realistico dell'opera. Tuttavia, anche con le sue sbavature e qualche limite tecnico, la baracca regge. Anzi, è una piccola reggia che si staglia fieramente fino all'ultimo fotogramma
Un opera che è una fiaba moderna che sa rivelare un cuore grande, traboccante di sentimenti genuini come l’amicizia, il coraggio e la paura. Ed è un film di carattere, dall’anima profondamente anni '80, senza però quell'ostentarla in ogni inquadratura, evitando di piegarsi alla febbre da citazioni che colpisce molte delle produzioni degli ultimi anni. Qui si preferisce focalizzarsi sulla costruzione di un micro universo che è quello della protagonista e sul suo percorso di crescita personale, dolorosamente sospeso tra quel confine che separa il fantastico dal reale e dove le infiltrazioni del fiabesco e del magico fanno sì che il mondo di Barbara risulti sempre un mondo veramente Fantasy. Una linea di demarcazione di cui la giovane è guardiana e le cui incursioni dei giganti sono ben più di una folle visione e dove il surreale si scopre essere il colorito riflesso di una realtà dura e di difficile accettazione. Un genere di connubio che ha visto anche successo di un cult proprio degli anni '80, come "La storia infinita".
"I Kill Giants" non si pone perciò il problema di ammiccare a questo o ad altri titoli, ma si prende meritatamente un posto al loro fianco.
Da recuperare, anche se voglio dare la precedenza al fumetto!
RispondiEliminaScelta saggia😉 . Ha una marcia in più, come spesso accade. Poi non é detto che non si possa preferire il film. Sono due esperienze molto simili ma anche decisamente diverse.
EliminaVisto diversi mesi fa e piaciuto, seppure non perfetto.
RispondiEliminaCiao. Sicuramente ha i suoi difetti, anche se a fine percorso resta più impresso ciò che ha di buono. Cosa non ti é piaciuto? Io ho trovato le tre bulle troppo orientate sul genere "macchietta". Nel fumetto sono caratterizzate molto meglio.
EliminaI giganti non mi convincevano del tutto come erano realizzati, ma non avendo letto la graphic novel, non so se magari era una cosa fatta volutamente così
EliminaAnzi, hai citato La Storia Infinita dove le creature erano dei grandi pupazzoni e stranamente mi parevano più reali quelli.
EliminaNo, hai ragionissima. Purtroppo il budget ristretto ha portato limiti tecnici in tal senso. "La storia infinita", come altri film Fantasy di allora, ha una veste grafica immortale e che anche dopo 100 anni resta gradevole. È il segreto dell' artigianato😉😂 . Ma con gli effetti speciali digitali il tempo è il budget limitato sono meno benevoli.
EliminaDa mettere in lista decisamente ;)
RispondiEliminaE mettilo verso la cima che é un film adatto a questo clima un pó piovoso😂
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RispondiEliminavip-hq_pads-vip-hq_pads-vip-hq_pads-vip-hq_pads-vip-hq_pads-vip-hq_pads-vip-hq_pads-vip-hq_pads-vip-hq_pads-vip-hq_pads-vip-hq_pads-vip-hq_pads-vip-hq_pads-vip-hq_pads-vip-hq_ convert youtube to mp3