Produzione
Australia|2014
Regia
Michael e Peter Spierig
Sceneggiatura
Michael e Peter Spierig
Soggetto
Robert A. Heinlein
Con
Ethan Hawke|Sarah
Snook
Ecco
quello che scriverei della trama per cercare di non far spoiler e
rendere il più possibile l'atmosfera di Predestination:
Il
protagonista del film è un agente temporale. Il suo lavoro è
sventare grossi crimini prima che accadano, tornando nel
passato e cambiando il corso del tempo e saltando nel futuro per
sapere cosa accadrà. É bravo, ma c'è una missione che non è mai
riuscito a portare a termine per quanto ci sia andato sempre più
vicino: impedire l'attacco di un pazzo terrorista che negli anni '70
ha messo in ginocchio New York.
Tuttavia
è arrivato il momento di smettere di tentare. Ora è arrivato alla
sua ultima missione, che i suoi superiori gli ricordano essere di
natura decisiva. Il terrorista non è più un suo problema per quanto
riguarda loro, ma per lui rimane un pensiero fisso. Scopriremo presto
che il suo ultimo e importantissimo compito non sarà solo una
missione di polizia, avrà molto più a che fare con la sua esistenza
stessa.
Vero
che non ho fatto spoiler? É possibile dunque.
Ma
soprattutto vorrei sottolineare che non era necessario fare un
trailer che lo facesse sembrare un Minority Report 2 per non fare
spoiler, suvvia! Che poi la gente (io) ci rimane male quando scopre
che non solo Predestination non ha nulla a che fare con
Minority Report, ma non è nemmeno un thriller, nemmeno per
sbaglio.
La
prima parola che mi viene in mente per descrivere questo film è
“sconclusionato”. Non sa che tema trattare, non sa con che genere
farlo, non è che è originale, è che non sa.
Non
mi è piaciuto particolarmente per quanto non sia tutto da buttare.
La prima metà di film è un racconto nel racconto ed è troppo
lunga, finisce per diventare noiosa molto presto. I colpi di scena
non sono tali perché si possono agevolmente intuire molto in
anticipo (tutti quanti). E non è perché sono banali, ma perché il
film è articolato male: ricerca forsennatamente il colpo di scena e
allo stesso tempo te lo svela. Ironico ma triste!
Ci
ho pensato a lungo e ho capito la ragione di questa sconclusionatezza
dilagante: è colpa dei registi e sceneggiatori. Sono gemelli!
Fidatevi, parlo per esperienza personalissima, due gemelli non
possono fare un film a quattro mani, o finiscono per tagliarsene
almeno tre o finiscono per fare un film sconclusionato. Loro lo
scrivono e lo dirigono assieme e, non soddisfatti, uno dei due ne
scrive anche la musica.
Ho
controllato e pare che abbiano ancora quattro mani in due, traete le
vostre conclusioni.
Scherzi
a parte, di quanto ho appena dichiarato c'è qualcosa di vero, ossia
il fatto che ci ho pensato a lungo, tanto che ho voluto anche leggere
il racconto da cui è tratta questa sceneggiatura: All You Zombies,
racconto brevissimo di Robert A. Heinlein, datato 1960.
DA
QUI SPOILERIAMO UN POCHINO, DAI!
Il
racconto è un paradosso temporale, nulla di più, nulla di meno.
L'agente
temporale (lo stesso del film) sta facendo un reclutamento per
l'ufficio per cui lavora e alla fine comprendiamo che ha reclutato
sé stesso. Grazie al racconto della recluta capiremo poi (per quanto
sia possibile afferrare un paradosso) come e quando questo sia stato
possibile.
Lui
non è solo lui, lui è padre e madre e figlio di sé stesso in un
ciclo che non può mai esaurirsi, finché quella missione di
reclutamento verrà portata a termine lui è infinito. Per cui il
resto del mondo è composto di morti viventi, di gente che dal suo
punto di vista viene dal nulla e va nel nulla.
Il
racconto è efficacissimo per la sua brevità e per il fatto che
l'ultimo tassello del puzzle arrivi solo alla fine. Ma soprattutto sa
cosa vuole raccontare. Tramite il paradosso temporale genera un
essere umano che sa da dove ha origine e dove andrà a finire, che ha
la risposta a questi scomodissimi quesiti esistenziali e ogni tanto
lo ricorda a sé stesso, I know where I come from, bat where did
all you zombies come from?, e la
domanda finale che il racconto vuole suscitare è altrettanto chiara:
che consolazione può avere l'uomo del paradosso da questa
consapevolezza, per la sua vita, per i suoi mal di testa, per il suo
bisogno d'amore?
Trarre
da tutto ciò un film altrettanto funzionante non era sicuramente
cosetta da nulla, ma i gemelli registi ci provano comunque e quel che
ne esce è una zuppetta annacquata. Forse chi l'ha considerato un
capolavoro ha beccato la crosta del Grana Padano e si è
entusiasmato, io invece sono andata a letto con lo stomaco che
brontolava. (Sì, in questa recensione sono inseriti prodotti a fini
pubblicitari)
Comunque,
come già dicevo, il film non è da buttare, si guarda volentieri
fino alla fine. Solo che alla fine non si può negare che si racconta proprio male.
Lo tengono su le ottime interpretazioni dei due
protagonisti: Ethan Hawke e Sarah Snook. C'è da
dire che il trucco di lei in versione uomo è inguardabile.
Considerato che lei come donna, da trama, doveva essere poco
attraente, forse la scelta migliore sarebbe stata di affidare questo
ruolo fisicamente ambivalente ad un uomo, o semplicemente darle un
aspetto meno alla Leo Di Caprio epoca Titanic se
avesse sofferto di mal di mare. Questo amplia il merito della
Snook, che nonostante tutto offre un interpretazione assai credibile.
Lo
buttano giù invece le tematiche sparse a caso, non portate avanti,
presenti palesemente solo per allungare la pappa. Vi faccio i primi
esempi che mi vengono in mente.
“E
se lo portassi davanti a te l'umo che ti ha rovinato la vita? Lo
uccideresti?” Questa frase risuona più volte e lo spettatore la
tiene giustamente a mente pensando che sarà una tematica da
sviluppare, ma invece no, semplicemente ad un certo punto non se ne
parla più. Sarebbe stato interessante, forse.
Oppure:
la scena in cui Ethan uccide il sé stesso vecchio è una bomba. Ma
solo perché Ethan è Ethan. Tuttavia cosa vuole rappresentare? Il
film forse dovrebbe tentare di spiegarmelo, forse.
E
ancora: il titolo dice Predestinazione, il protagonista dice “Abbiamo
sempre una scelta”, il film è indeciso, non dice nulla, per
astenersi meglio anziché intavolare una riflessione sulla cosa ti
confonde le idee maggiormente.
L'altro
film di cui è saltato fuori il titolo in questo commento diceva una
cosa nel titolo e di quella parlava per tutto il film: rapporto di
minoranza, il baco nella previsione del crimine.
Forse
Predestination avrebbe dovuto concentrarsi su una tematica a sua volta e
dare valore a quella, per esempio poteva parlare di predestinazione come suggeriva il titolo.
Oppure come il racconto a me suggeriva avrebbe potuto concentrarsi
sulle conseguenze del paradosso raccontato, ridurre drasticamente la
prima parte di film e farci conoscere meglio nella seconda
l'interiorità di quell'uomo che, ora che ha portato a termine quella
missione che permette al paradosso di continuare ad essere, forse non
sa più chi è. Cosa sarebbe successo se avesse fatto delle scelte
diverse, avrebbe potuto? Il paradosso è comunque predestinato a
perpetuarsi? Ah bho!
Magari
sono io che non sono in grado di pensare quadrimensionalmente, ma
dubito fortemente. La teoria dei gemelli e del numero delle mani è
molto più credibile, infatti se questa recensione vi pare
sconclusionata io vi assicuro che è perché non avete idea di come
sarebbe se la scrivessi a quattro mani con la mia gemella. Una cosa è
certa: ci sarebbe molto più sangue.
Detto
ciò a questo film assegno un 6.
Come sai, io l'ho trovato molto chiaro nei significati, ed anche un gran bel film d'intrattenimento. :)
RispondiEliminaCi sta l'intrattenimento, non nella prima parte che è noiosa!
EliminaLo vedrò a breve, mi ispira abbastanza sinceramente...
RispondiEliminaAnche a me ispirava.
EliminaMi raccomando però non credere al trailer ;)
Vedo cosa possiamo organizzare ;-)
RispondiEliminaCome già sai, io la penso in maniera diametralmente opposta. Però sono d'accordo almeno su una cosa, i distributori dovrebbero smetterla di imbellettare i film per farli sembrare qualcosa di diverso. A mio parere finiscono per creare spettatori delusi con conseguente ricaduta negativa sul film stesso.
RispondiEliminaVero! Almeno questo film mi pare stia avendo successo :)
EliminaMi ispira abbastanza. Se mai riuscirò a vederlo,dopo tutti i casotti che ho ultimamente, ti farò sapere.
RispondiEliminaSpero si risolvano i casotti e aspetto pareri ;-)
Eliminaun 6 merita di essere visto?
RispondiEliminaora ci penso
Certo un 6 merita! :)
EliminaQuesto va proprio visto perchè ha diviso molto, per alcuni è estasiante addirittura. Quindi consiglio di guardarlo, magari sei tra quelli che rimarrà estasiata!
Uno dei pochi film che è riuscito a catturarmi completamente, nonostante i paradossi che hanno rischiato di farmi esplodere la capoccia. Più che altro continuavo a chiedermi: è nato prima l'uovo o la gallina????
RispondiEliminabhe che sia nato prima l'uno o prima l'altro l'importante è poter fare il tiramisù! ;-)
EliminaNon concordo su alcuni punti, perché ho avuto l'impressione che il film avesse bene chiaro cosa volesse dire, ma da come ne parlavi mi aspettavo un giudizio più severo.
RispondiEliminaScusa il ritardo epocale el rispondere ;)
EliminaSì il film alla fine non è proprio da buttare ma a distanza di tempo dalla visione posso confermare: non ha nulla di memorabile.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaForse ce l'ha chiaro ma mette troppa carne al fuoco
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