Maggie
Produzione
USA|2015
Regia
Henry Hobson
Sceneggiatura
John Scott 3 (chissà perché questo tizio ha un tre
nel nome)
Con
Arnold Schwarzenegger|Abigail Breslin|Joely
Richardson
Se io mi metto a guardare certi
film probabilmente vuole davvero dire che mi sto zombizzando! O che
il caldo e lo sforzo di rimandare a oltranza lo studio mi stanno
dando alla testa. (il mio è un volli, volli sempre,
fortissimamente volli al contrario: fortissimamente volli non
studiare... è faticoso comunque, non crediate!)
Scherzi a parte, avevo delle buone
ragioni per pensare che mi sarebbe piaciuto in verità. Leggendone in
giro me l'ero immaginato come un altro film sul genere TheBabadook, cioè più drammatico che horror, che sfrutta i
fantasiosi temi orrorifici per parlare di reali orrori umani.
Effettivamente il tipo è quello, ma a mio avviso è molto meno
riuscito per diverse ragioni.
Contagious – epidemia mortale
in originale si intitola Maggie ed è effettivamente un titolo
che sarebbe potuto rimanere tale considerato che il film parla
proprio di Maggie, una ragazzina che è stata contagiata da un virus
che in poco tempo la farà diventare uno zombie affamato di carne
umana. Il virus ormai ha prodotto una vera e propria pandemia e le
autorità cercano per quanto possibile di preservare quei pochi
sopravvissuti istituendo dei protocolli severissimi per gli
infettati.
Sulla sua componente horror bisogna
dire che si rimane decisamente delusi (se era quella che si cercava):
c'è un po' di gente truccata da zombie, ma nulla più.
Sulla sua componente drammatica
avrei molti difetti da evidenziare, poiché è dichiaratamente la
componente principale della storia e non può permettersi di fare
l'assenteista.
Il tipo di regia, nonché di
fotografia e sonoro che troviamo in questo film tendono tutti ad
enfatizzare il motivo melodrammatico di questa storia. Non amo
l'eccesso di melodramma, a meno che non sia messo in contrasto con
qualche altro eccesso, oppure quando è presente anche una forte
componente epica. In alcuni casi tutto il melodramma con cui
condiscono certe cose mi pare fine a sé stesso, o meglio fine a
suscitare un sentimento che però non è al servizio di un messaggio
finale dell'opera, bensì è l'unico sentimento che ti trasmetterà
il film e serve dunque a venderti qualcosa di poco profondo
contenutisticamente come una storia piena di cuore. Non è questo il
caso, motivo per cui questo film guadagna la sufficienza. Tende a
voler suscitare il sentimento di compassione a tutti i costi, ma poi
prova anche a dare un senso concreto alla cosa.
Il senso concreto di cui sopra è
che viene messa in risalto la relazione tra Maggie e i suoi cari nel
momento in cui lei è ancora sé stessa ed ha giusto qualche
settimana per poter dire addio, ma sono settimane di paura, di
isolamento e di difficoltà nel relazionarsi. Da questo risulta
possibile un'analogia con la malattia, in particolare la malattia
terminale e degenerativa. Un'analogia che ancor prima di vederlo
avevo pensato fosse molto azzardata. Possibile, ma non
necessariamente una buona idea. A conti fatti invece il film riesce
anche a trovare qualche tematica sfruttabile, ma non le porta avanti
bene. Restano lì, poco approfondite, lasciate all'immedesimazione
dello spettatore. Forse non era del tutto una buona idea o forse il
film doveva essere scritto con più verve.
Una delle tematiche che porta
avanti Contagious è il tema dell'identità. Maggie e suo
padre si chiedono per tutto il tempo se alla fine lei non sarà più
lei, se il suo istinto di mangiare gli esseri umani sarà l'unica
cosa che resta o se ci sarà ancora Maggie.
Wade, papà di questa ragazzina
infettata e spaventata, quando le incontra sulla sua via cerca di
parlare alle creature trasformate prima di decidere di ucciderle per
difendersi, a lui sembra che dietro quegli istinti possa essere
rimasta la persona. Analogamente alcune malattie portano chi sta
intorno al malato a doverlo riconoscere dietro ad effetti anche
tremendi. (se ne parlava con Still Alice ad
esempio)
Tuttavia nonostante un buon finale,
un finale che tenta di concludere la riflessione, i mostri restano
mostri. Non sono i sani che si accorgono che dietro i malati sono
ancora i loro cari e lo saranno fino alla fine, ma è la malata che
riesce in qualche modo a preservare la sua identità fino alla fine.
Questo è strano. É qui che l'analogia si fa nebulosa. Tanto che se
avessi visto il film senza aver letto i molti commenti che
riflettevano su questa similitudine io non l'avrei individuata. Avrei
lasciato il film nella categoria dell'horror drammatico senza altre
pretese.
Questa comunque sia è la tematica
meglio approfondita, ma che forse necessitava di una presa di
coscienza più appariscente nei protagonisti perché arrivasse meglio
anche allo spettatore. D'altronde è argomento delicato e nemmeno in
un film dell'orrore post-apocalittico può essere trattato con
superficialità.
C'è anche da dire che molti film
drammatici stanno andando in questa direzione. Sono sempre più
intimisti, che detta con parole mie è “gli devi cavare fuori il senso”.
E certe volte esagerano. Tanto che poi alla fine ognuno lo vede a
modo suo. Contagious non esagera, ma secondo me è un caso o è
l'effetto benefico del non realismo.
In sostanza il film è nel
complesso un po' noioso per i miei gusti e non riesce a raggiungere
la profondità che vuole avere, resta secondo me a sguazzare sulla
superficie dell'acqua con movimenti un po' casuali per non affondare,
come un bambino che sta imparando a nuotare e ogni tanto, con uno
sforzo, mette la testa sotto per un tempo brevissimo, poi torna su e
crede di essere stato in apnea per un sacco di tempo. Uno sguardo
oggettivo lo vedrebbe come uno che ne ha di strada da fare per
imparare a nuotare, ma c'è anche lo sguardo velato del genitore
innamorato che lo applaudirebbe e gli direbbe che è stato
bravissimo. E questa è una similitudine.
Il film si aggiudica un 6,
ma pensandolo più come horror drammatico senza tutta la pretesa
dell'analogia, perché forse era una pretesa leggermente azzardata.
Su arny in realtà non saprei che dire, alla fine è sempre lui anche se dietro alla barbona e ad una lacrimuccia... tanto che sembra, in questo film, uno nei panni sbagliati. Ma d'altra parte era una cosa perfetta per questo personaggio, quindi niente da dire! ;)
RispondiEliminaFilm decisamente imperfetto, ma che per me ha molto cuore. Pur concordando con molti dei difetti date citati, gli avrei dato quasi mezzo voto in più ;)
RispondiEliminaSarò un po' insensibile, ma non mi ha emozionato granchè! Anzi mi sento un po' troppo buona ad avergli dato un 6... è che va a migliorare, parte male e finisce benino.
EliminaCi sono ben tre punti di differenza tra di noi! Troppo di parte mi sa io: il tema, il protagonista principale. Mi ha conquistato questa pellicola, non fosse altro che per aver raccontato qualcosa che nessuno aveva mai fato prima (che io sappia). Purtroppo non ho avuto l'occhio per captare l'argomento dell'identità, cosa che ora mi appare effettivamente chiara e lampante. Mi sono lasciato prendere molto dalla componente emotiva, dall'amore caparbio e irremovibile del padre nei confronti della figlia che sa essere ormai condannata.
RispondiEliminaPeccato che non ti abbia raggiunta alla stesso modo :) io ci ho trovato grande sensibilità e delicatezza nel trattare temi così forti.
Alla fine le cose a cui siamo sensibili cambiano molto da persona a persona. Poi c'è da dire che io e i film di zombie non abbiamo mai avuto niente a che spartire.. questo forse influisce!
EliminaBeh credo che abbia un peso non indifferente, perché viversi la storia consci di quello che sta avvenendo nell'organismo della ragazza, e al tempo stesso essere tremendamente curiosi di conoscerne i dettagli guardandoli così da vicino per la prima volta, cambia tantissimo l'esperienza visiva. Per uno che anni fa ha avuto in regalo come primo videogame della tanto agognata Playstation il famosissimo "Resident Evil 2" questo conta fottuttamente tanto :D
EliminaEcco, io è tanto che sappia cos' è una PlayStation
EliminaPer me era un totem a tutti gli effetti. Quante chiacchierate con gli amici su quei videogame, ore e ore!
EliminaNe abbiamo parlato già tanto e sai come la penso.
RispondiEliminaMa ti sei spiegata in maniera molto esauriente qua.
In realtà il tema dell'identità e quello della malattia degenerativa nonj devono necessariamente essere due tematiche diverse e staccate ma è proprio la seconda semmai ad essere dentro la prima. Nel caso di queste malattie è proprio l'identità la cosa più dolorosa che perdi ("non è più lui", una frase che torna sempre.
Poi per il resto non è questione di maggiore o minore sensibilità ma di come ci presentano e narrano le cose, ad alcuni toccano ad altri no.
Ciao!
Certo l'identità è una tematica per parlare di malattia, ma anche già se avesse voluto parlare solo di quello andava bene!
EliminaVero che le cose ci toccano in maniera diversa... ultimamente ci sono un sacco di film che a me non hanno detto molto e a tanti di voi invece han detto tutto :)
La noia più totale.Ok l'argomento,le analogie con le malattie terminali bla bla bla,ma a noi ha fatto solo un gran sonno.Eliminato dopo neppure mezz'ora!!!!E la recitazione di Arnie....mah.
RispondiEliminaok, allora vedi che io e te possiamo anche concordare ? XD anch'io l'ho trovato assai noioso
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