venerdì 13 dicembre 2019

Una "Cena con delitto" in cui non si cena - però c'è del buono!

 
Cena con delitto – knives out è ora in sala con un cast di stelle e talenti emergenti, scritto e diretto da Rian Johnson.
CAST: Daniel Craig, Chris Evans, Ana de Armas, Jamie Lee Curtis, Michael Shannon, Don Johnson, Toni Collette, Katherine Langford, Christopher Plummer

Due parole, senza spoiler! Giusto per farvi decidere se vale o no la pena di vederlo.

Innanzitutto ci tengo a precisare che Invito a cena con delitto (quello del 1976) è uno dei film divertenti più geniali che io conosca. A partire dai titoli di testa arrivare ai titoli di coda non c’è una nota fuori posto e non c’è un momento che ti faccia calare il sorriso.

Ma, tranquilli, Cena con delitto (in originale era un più azzeccato Knives out), non è un remake del gioiellino che vi ho appena citato. E questa, per fortuna, l’abbiamo scampata!
Non è nemmeno un giallo tradizionale però, anche se è da questo che pesca per le situazioni, i personaggi e per il modo in cui è diretto e raccontato il film.
Mira a far divertire lo spettatore, fa in parte parodia di quello stesso genere a cui si ispira e cerca di inserirvi qualche elemento di contemporaneità.

Dunque non è un remake ma è comunque un erede di Invito a cena con delitto del ‘76?
Non proprio. Dagli elementi che vi ho dato capirete che punta ad esserlo e lo fa anche volendo, encomiabilmente, aggiungere un po’ di originalità e mescolando con intelligenza elementi di generi differenti. Tuttavia la sceneggiatura,  a mio avviso, è nel complesso deboluccia e quindi no, non può assurgere ad erede di un film che è anche e soprattutto un capolavoro di scrittura. Inoltre Cena con delitto ha un ritmo comico molto diluito, intervallato da momenti più drammatici o da giallo vero e proprio, in fin dei conti non è nemmeno corretto paragonarli.

La situazione è questa: un ricco e anziano scrittore di romanzi gialli (Christopher Plummer) viene trovato morto. Si ipotizza inizialmente un suicidio. Per l’indagine, solo una formalità se si trattasse di suicidio, vengono interrogati nella grande casa di campagna dove l’uomo abitava tutti i componenti della sua famiglia e la sua infermiera personale. Un famoso detective privato (Daniel Craig) è presente all’interrogatorio. Da qui parte l’indagine.


L’interrogatorio, che apre le danze, è funzionale ad introdurre i personaggi e a farti entrare rapidamente nel classico ordine di idee in cui ogni componente della famiglia avrebbe avuto una buona ragione per far fuori la vittima. Rian Johnson ce lo presenta tramite un montaggio in parallelo tra i vari personaggi interrogati singolarmente e i flashback inerenti i loro racconti. Ovvero un classico, ma qui è tirato troppo per le lunghe e non funziona al meglio. Probabilmente la colpa è anche dei personaggi. Per quanto fossero tutti abbastanza intriganti, questo film avrebbe funzionato meglio con qualche personaggio di meno.
Non sono troppi in assoluto ed è comunque d’aiuto che siano tutti ben interpretati, però ce ne sono alcuni di solo contorno e questo toglie forza all’insieme. In un film corale, a mio avviso, il pubblico deve percepire la pari importanza di ogni personaggio. Visto che in questo caso diventava cosa complessa da gestire, per via di come è articolato il racconto e per il fatto che non è ambientato in un unico luogo, la scelta migliore sarebbe stata quella di tagliare sulla quantità di personaggi. Inoltre, riducendoli, avrebbero potuto sfruttare meglio il gran cast che avevano a disposizione del quale alla fine, seppure ognuno faccia un ottimo lavoro, spiccano veramente solo Ana De Armas (nota principalmente per aver interpretato la donna olografica nel sequel di Blade Runner) e Daniel Craig, anche perché, a  conti fatti, sono loro ad avere i ruoli meglio caratterizzati.


Comunque dopo quelle prime sequenze introduttive il film acquista ritmo e comincia a mettere sul tavolo alcune trovate davvero geniali. Il personaggio dell’infermiera Marta (Ana De Armas) è una di queste. Cosa potrebbe esserci di meglio in un giallo di un personaggio colpevole che non è in grado (come un Pinocchio più realistico) di dire bugie?
(Di meglio, ve lo dico io, c’è solo un maggiordomo cieco che discorre con una cuoca sordo-muta.)

Tornando alla scrittura deboluccia c’è da dire che, pur non essendo un giallo, questo film necessitava d’esser scritto con le stesse accortezze di un giallo; mettendo indizi arguti in bella mostra, ma facendo in modo che passassero inosservati e che fossero immediatamente riconoscibili solo più avanti. Al pari di una rivelazione, un momento umoristico va debitamente anticipato. Un personaggio mascotte bisogna saperlo utilizzare. La nonna ultracentenaria, per esempio, è senz’altro un’eco dell’infermiera in carrozzella di Miss Marple di Invito a cena con delitto e nei pochi momenti in cui viene sfruttata funziona, ma nel resto del tempo sparisce. La forza di un film del genere sta nel non far mai scomparire nessun personaggio o quanto meno mantenere un buon equilibrio.

Per quanto riguarda l’intreccio, a posteriori mi verrebbe da premiare la scelta di rivelare buona parte dei fatti allo spettatore sin dal principio, perché è stata funzionale a creare tutte quelle situazioni divertenti che caratterizzano il film. Tuttavia durante la visione invece è stato troppo scarso il brivido del dubbio, mi è mancata una delle caratteristiche più piacevoli del giallo: la spinta ad elaborare teorie e a sforzarsi di risolvere il mistero prima che il racconto te lo sveli. Ovviamente era chiaro che ci sarebbero stati dei “colpi di scena”, ma questo non basta a spingere lo spettatore a fare elucubrazioni. L’unica cosa che avrebbe potuto servire allo scopo è stata trattata troppo velocemente, ovvero la presenza del Detective. E’ stato presentato così frettolosamente che io, quando è venuto il momento in cui questo mi avrebbe acceso una lampadina, non ricordavo già più che era stato ingaggiato da qualcuno anonimamente.

Insomma tutto il film è pervaso dallo stesso difetto: una leggera ingenuità nella composizione. Manca spesso di armonia oppure le cose non avvengono nell’ordine più corretto o non hanno il peso che dovrebbero avere. Ma è pervaso anche dall’entusiasmo del suo autore, visibile è lo sforzo compiuto per cercare di uscire dagli schemi con intelligenza. uno sforzo che in buona parte dà i suoi frutti.
D’altronde si può dire che sia proprio il suo non attenersi a delle regole canoniche che lo salva e gli dà quella freschezza che altrimenti non avrebbe avuto, quindi ben venga, nonostante sia sempre questo il motivo per cui si creano situazioni narrative di difficile gestione e quindi alcuni cali di ritmo e coesione.

In definitiva devo dire che mi sento più buona dei miei soliti standard a promuovere con un certo entusiasmo questa pellicola, ma sono contenta che non si sia sfruttato il suo illustre predecessore per un banale remake e sarei disonesta se dicessi che il film non mi abbia nel complesso divertito parecchio (e anche il resto della sala mi è parso divertirsi). Non era questo lo scopo? Inoltre non si possono non premiare quelle due o tre trovate davvero geniali che Rian Johnson è riuscito a costruire.

mercoledì 11 dicembre 2019

Una guida ai regali di Natale by Lo_Spartiacque

Amici della blogosfera non fate finta di niente, lo so che vi siete dimenticati qualche regalo di Natale importantissimo. Ci ho pensato io, invitando qui per voi un esperto! Lo_Spartiacque ve l’ho presentato nel post precedente (commento a I Kill Giants) e oggi ci fornisce una guida ai regali di Natale a cui non manca proprio nulla! Vi lascio alla guida.


Eccoci con dei tardivi consigli per i regali di Natale. Ci piace giocare sul filo del fuorigioco o segnare un canestro dopo il fischio dell'arbitro. In fondo, non sempre tardi è sinonimo di "troppo tardi". E allora ecco che di seguito troverete una corposa selezioni di articoli da regalo, capaci di soddisfare anche i palati più esigenti grazie a ben tre opzioni per categoria, per un totale di sei categorie!


FUMETTI

KLAUS

Klaus è la prima proposta a fumetti di questa invitante selezione. Una graphic novel scritta da Grant Morrison e che vede al disegno un Dan Mora ispiratissimo. Protagonista di questa saga è un Santa Claus non canonico e che ancora deve mutare nel Babbo Natale che in parte conosciamo. É una genesi, un origin story degna dei grandi eroi dei fumetti Marvel e Dc che saprà rinverdire la figura del barbuto nonnino Lappone, donandogli un tocco Batmaniano e una spruzzata di quegli elementi che hanno reso epico il personaggio di Conan.


ODIO FAVOLANDIA

La seconda proposta è qualcosa che vi invito caldamente a osservare è "Odio Favolandia", una storia a fumetti che è una piccola deflagrazione di folli idee, sparpagliate sulle coloratissime tavole come il cervello di uno zombie colpito a morte da un bazooka. La storia della piccola protagonista inizia come la più classica delle fiabe ma poi subentrano le genialate e uno sprint fenomenale che non rallenta fino alla conclusione, rimanendo saldamente fedele a se stesso e mai a corto di colpi bassi allo spettatore. Violento, ironico, irriverente e splatter... serve altro? Ah si, ogni pagina è un trip psichedelico...

IL CASTELLO DELLE STELLE
ecco un bel volumone che varrebbe la pena di comprare anche se non avesse una storia da raccontare, tanto sono belle le tavole acquarellate e gli straordinari paesaggi che rappresentano. Eppure, una storia c'è ed è anche bella. In un mondo dalla caratterizzazione steampunk, dove la tecnologia del vapore é il perno dell' industria, saremo invitati ad immergersi in una storia di sogni e avventure, dove troveremo la fusione del tipico stile delle opere Ghibli di Hayao Miyazaki, con la grande letteratura fantascientifica del diciannovesimo secolo. A questo aggiungeteci un volume  dalle pagine grandi e in un edizione lussuosa, con tanto di extra da cui attingere per conoscere ancora meglio questo piccolo universo e tutti i personaggi, le magie e le tecnologie che lo animano.
(approfondimento nella mia pagine Instagram) 


GIOCHI DA TAVOLA


MONOPOLI

edizione "Nightmare before Christmas": fondamentalmente si tratta di "Monopoli", forse il gioco da tavola più famoso del mondo. Ma con una veste grafica alternativa e che da sola vale il prezzo dell' acquisto, almeno da parte di qualsiasi appassionato di Nightmare before Christmas. L'opera di Tim Burton ed Henry Selick diviene gioco e mondo con cui interagire. Il solo a vederlo disposto sulla tavola è una gioia per gli occhi, capace di dare un tocco nuovo e dark al vostro Natale e a quelle giornate piovose dove ,più che uscire, conviene riunirsi e giocare intorno a una tavola tra chiacchere e coinvolgenti sfide a colpi di dati e strategie.


CRANIUM

Il gioco dei giochi. Immortale. Eterno. Divertentissimo.
"Cranium" raggruppa in sé vari giochi ,ma non confondetelo con quelle raccolte di classici che si trovano a buon mercato, dove su cento giochi ne farete due o tre. Cranium è una moltitudine di giochi ma rimane un gioco unico e singolare capace di accorpare una multisfaccettata meccanica di gioco che ne va a costituire uno solo, immenso e mai banale. Si passa dal disegno, alla mimica, passando per la scultura, fino alle classiche fasi a quiz, senza rinunciare a variazioni come il dover disegnare con la mano non dominante o fare  orbita sculture con gli occhi bendati. Si gioca a coppie e ci si diverte da impazzire... provarlo per crederci.


SCYTHE

Alziamo l'asta della strategia per un gioco un po' più impegnativo. Se siete stanchi del sempreverde Risiko, e cercate qualcosa che porti novità e una maggiore profondità,  allora è probabile che Scythe sia il gioco che state cercando. Richiede di avere le giuste persona con cui giocarlo, ossia con la voglia di apprendere una meccanica si gioco un pelino più complessa e di voler imparare un approccio nuovo e mutevole, in quanto Scythe può risultare ricco d azione oppure rivelarsi quasi privo di quest ultima, in base alle pieghe che prenderanno gli eventi nel corso della partita. L'ambientazione steampunk e la splendida veste grafica sono le due ciliegina sulla torta.


FILM IN DVD

PHANTASM

La pentalogia completa: siete o conoscete un amante e collezionista del cinema horror? Questa stupenda raccolta della saga di Phantasm, diretta da Don Coscarelli,  potrebbe essere un regalo davvero azzeccato. Non solo un cult (ma non troppo conosciuto) ma anche presentato in una veste decisamente interessante. 5 film rimessi a nuovo e ben confezionati che, anche solo a usarli come soprammobile, verrebbero l'investimento. Certo, poi ad aprirli si trovano ben cinquefilm da vedere e pieni zeppi di idee, soluzioni estetiche e narrative da non perdere e una ricca selezione di extra molto invitanti. Un film per chi non é mai sazio di Horror Movie e per chi vuole conoscere la la figura di uno dei più interessanti cattivoni del cinema dell' orrore, Tall Man, un becchino malefico, sadico e dalla forza sovraumana, che trasforma i morti in nani da rendere suoi schiavi, una volta imprigionati nel suo dominio.
Phantasm è un prodotto lo budget ma di ottima fattura , che si posa sulla sue potenti atmosfere oniriche, capaci di giustificare e lasciar perdonare alcune incongruenze. L' opera di Coscarelli riesce a spaziare dallo Sci-fi al Fantasy immergendoci nelle paure più recondite dell'essere umano, grazie ad alcuni scenari  inquietanti spettacolari. Un esempio é il mausoleo di Tall Man dove, lungo infiniti corridoi labirintici rivestiti di marmo bianco, sfrecciano delle sfere metalliche assassine alla ricerca di vittime da dissanguare. Fateci un pensierino...


LABYRINTH

Per il trentesimo anniversario di uno dei film Fantasy più belli degli anni '80, arriva quest'edizione dalla veste grafica seducente. Se avete visto "Labyrinth" e come me lo adorate, é l' occasione giusta per averlo in collezione. Se invece non conoscete ancora questa perla di film o non avete avuto modo di vederlo, correte a comprarlo e gustatevi un Fantasy unico nel suo... pervaso di una magia senza tempo e da atmosfere capaci di inviarvi un mondo tra i più evocativi mai creati.a  condire il tutto, le canzoni di David Bowie, qui anche nel ruolo di Jaretn, l'oscuro e misterioso sovrano dei Goblin.  Quindi ribadisco il consiglio su questo piccolo scrigno che cela una wuantita strabordante invenzioni estetiche. Pena che spetta a chi ignora il consiglio: un bel bagno nella Gora dell' eterno Fetore.


RICOMINCIO DA CAPO

Andiamo sulla commedia, di quelle con un minimo di spessore, con un lato sentimentale mai banale ne invasivo e che ha una ben chiara morale da tramandare ai posteri... Insomma, di quelle che non fanno più. "Ricomincio da capo" è l'ispiratore di tante opere che, dopo di lui, hanno sfruttate questo metodo narrativo basato sul giorno che si ripete all' infinito. Non è facile fare un film così, senza cadere nella trappola della ripetitività ma ,sarà la buona scrittura o saranno le molte idee gestite col giusto ritmo e un protagonista d'eccellenza, "Ricomincio da capo" non risulta ripetitivo manco la seconda volta che lo si vede. É uno di quei tanti film che per qualche folle ragione si vedono sempre più raramente alla TV, cosa che compromette varietà e qualità di quella scatola sempre meno utile.  Allora vale la pena regalarlo a qualcuno di caro e a cui si vogliono donare due ore di qualità e spensieratezza. Oppure investire la piccola somma per tenere per sé questo gioiellino e riguardato in buona compagnia quando alla TV "stranamente" non danno qualcosa di interessante.


COFANETTI SERIE TV
 

PENNY DREADFUL

Collezione completa: serie TV Gotica di eccellente fattura e tra le più riuscite. In "Penny Dreadful" i personaggi sono caratterizzati in maniera profonda e complessa e ciò viene ripagato da interpretazioni di alto livello e una trama che si trasforma continuamente, riproponendosi sempre in maniera originale e mai forzata. Certo, il finale appare un po' sbrigativo e poteva dare qualche risposta in più ma, tolto questo difetto, rimangono quasi esclusiva,ente pregi e la possibilità di godersi una delle migliori serie TV di sempre. Coraggiosa e complessa al punto giusto , risulta anche capace di dare nuovo lustro ai protagonisti dei più grandi classici dell' horror letterario. Se ne consiglia, caldamente, la visione in lingua originale, (sottotitolata se non si sa bene l'inglese), perché ne acquista non poco per quanto riguarda i dialoghi. Siete avvertiti, alcuni personaggi vi restano dentro...


HAPPY DAYS 
Collezione completa (prime 4 stagioni). Classico e intramontabile...Non ho mai avuto Fonzie in simpatia, ma questa serie funziona come un orologio svizzero e queste prime 4 stagioni ne rappresentano gli albori e l'apice. Non è una di quelle serie tv complesse, coraggiose o cerebrali ma è armata di quelle cose che non invecchiano mai. "Happy days" è leggerezza e verve, uniti a un Juke Boxe, al calore di un camino e quel profumo che di solito emana la dispensa della nonna, dove si celano biscotti, crostate e marmellate fatte in casa. 


I SOPRANO
La serie Completa: andiamo sul criminale. Immergiamoci nel mondo della malavita italoamericana, in una delle poche rappresentazioni che richiamano le atmosfere di Scorsese e dei suoi "Bravi Ragazzi" e che presentano la versione romanzata di personaggi complessi e credibili come Tony Soprano, protagonista della serie è Boss del New Jersey soggetto ad attacchi di panico. Considerata un cult, "I Soprano" è una delle opere che ha dato nuova luce e dimensione al mondo delle serie TV. Una tappa irrinunciabile per chi ama le opere che sanno immergere lo spettatore in questo mondo duro e complicato, dove la spietatezza e l'amore si fondono in una ricetta affascinante.


LIBRI


LA PRIMA SORSATA DI BIRRA E ALTRI PICCOLI PIACERI DELLA VITA

La prima sorsata di birra, le more nei boschi alla fine dell'estate, una conversazione attorno al tavolo della cucina sgranando piselli, il profumo delle mele in cantina, il rosso cupo di un bicchiere di porto da centellinare, il lieve fruscio della dinamo contro la ruota durante una pedalata notturna... Questi e altri istanti preziosi, colti nella loro immediatezza e assaporati in tranquillità, vanno a comporre l'incantevole libro di Philippe Delerm, una raccolta di racconti che afferrano al volo brevi e fugaci momenti di felicità. "La prima sorsata di birra e altri piccoli piaceri della vita" é una breve raccolta di emozioni, a firma di Philippe Delerm, che ci riporta, con piccoli tocchi impressionistici e fresche pennellate di colore, ai ritmi lenti e sereni di una quotidianità ormai dimenticata.
Ogni lettore avrà i suoi capitoli preferiti, in base alle sue esperienze personali, ma la piacevolezza nel leggerlo riuscirà ad accomunare tutti. 


STORIA DI UNA GABBIANELLA E DEL GATTO CHE LE INSEGNÓ A VOLARE

I titoli corti proprio non mi andavano bene? Però era giusto piazzare un bel classico in questa breve selezione, anche perché meritevole e capace di scaldare il cuore; cosa che in questo periodo portatore di temperature gelide, può solo fare del bene. La storia, scritta da Luis Sepúlveda, è semplice quanto capace di incantare e vede uno stormo di gabbiani sorvolare la foce del fiume Elba, nel Mare del Nord,lanciandosi in picchiata su un banco di aringhe; Kengahè sommersa da un’onda nera è costretta a trovare nella disperazione la forza di volare verso l’entroterra per precipitare infine su un balcone di Amburgo. Qui la gabbiana affida il proprio uovo al gatto Zorba e gli fa promettere di allevare il suo piccolo e di insegnargli a volare. Per chi non l' ha letto è un dovere rimediare e rappresenta un possibile dono, davvero speciale.


IL DEMONE DI DIO

Per la terza opzione ho dovuto rifletterci su. Cioè erano in lista molti titoli, ma volevo un fantasy e ne volevo uno che fosse poco conosciuto e autoconclusivo. "Il demone di Dio", di Wayne Barlowe, accontenta queste due pretese,  pagando però il prezzo (per chi desiderasse farne l'acquisto) di non essere più reperibilissimo...Ma sicuramente reperibile. É un romanzo davvero originale che mescola il Fantasy all' Horror, attingendo alla religione Cristiana e al suo pantheon infernale. La storia è interessantissima: "Dopo la cacciata di Lucifero dal Paradiso, i demoni vivono nell'oscuro regno degli inferi. Nel buio eterno, tra paesaggi di spoglia roccia e fiamme inestinguibili, dove riecheggiano le strazianti urla di dolore delle anime dei dannati, due città si stagliano imponenti sopra tutte le altre: Dis, governata da Belzebù e Adamantinarx, governata da Sargatanas. Ma un tuono scuote l'intero regno, quando Sargatanas dà inizio alla sua folle rivolta, marciando contro la città che un tempo gli fu amica. Spinto dalla nostalgia dei luoghi abitati prima della caduta e dall'amore per Lilith, ambigua e sfuggente creatura infernale, il demone vuole mettere fine all'oppressione di Belzebù e vincere un impossibile scontro tra titani. Il suo sogno è sovvertire l'ordine costituito e risorgere dal nero baratro dell'Inferno. Per riuscirci dovrà affrontare una guerra spietata, una guerra in cui tutte le alleanze saranno possibili, compresa quella con le anime eternamente dannate..."
La costruzione dell' inferno è geniale, la cura dei dettagli nel descriverlo è quasi maniacale cosa che indebolisce lievemente il ritmo del racconto ma ne rafforza la profondità rendendo questo romanzo una lettura di indubbio intensità.


ANIMAZIONE IN DVD
 

MAQUIA

Film animato giapponese, "Maquia: è un Fantasy drammatico di singolare leggerezza e rara poetica. Un insospettabile mix che potrebbe non assecondare i gusti di chi cerca azione o emozioni immediate e di largo consumo. È un opera che si racconta con il proprio ritmo, evitando forzature e facili scorciatoie, ma capace di ammaliare e conquistare lo spettatore paziente. Non aspettatevi il solito canovaccio straabusato, ne caratterizzazioni banali che favoriscano una semplice suddivisione tra bene e male...tra ció che é chiaro e ciò che è scuro. Donatevi "Maquia", godete dei suoi ritmi distesi ma dinamici e delle sue atmosfere intense e delicate ma, a tratti, dolorose e spietate. Approcciatevi al suo mondo con il semplice intento di conoscerla e di conoscere la sua storia. Una storia di amore e di appartenenza, dove la durezza della vita e l'ingestibilità di eventi superiori ci mettono lo zampino e conducono ad addii, rinunce e rimpianti, in una continua altalena di emozioni travolgenti. 


IL LIBRO DELLA VITA

Questo è già più conosciuto ma vale la pena di proporlo. Innanzitutto, perché non è comunque conosciuto quanto merita e poi perché questo film, da cui la Pixar ha abbondantemente derubato per creare "Coco", è un esplosione di colori, simpatici sketch e personaggi che restano nel cuore, grazie a una trama che sceglie di raccontarlo senza soffermarsi troppo sul trito e ritrito confronto tra bene assoluto e male assoluto e senza mai ricercare la lacrima facile. Io l' ho preferito a "Coco", anche di parecchio, e penso che sia un film adatto a tutti  e che tutti dovrebbero vedere. Leggero ma profondo… solido e  originale. 


SASHA E IL POLO NORD

Qui non è stato facile... c'erano davvero molti altri film animati francesi che avrei consigliato. Alcuni persino più belli. Però ho scelto "Sasha e il polo Nord" per un insieme di ragioni...ed è quindi il risultato di una cernita ponderata. Innanzitutto é bello. Poi è molto semplice... di stampo classico e quindi adatto a tutti. Poi è reperibile in Dvd e, infine, è uno dei meno conosciuti. La storia, come sottolineato sopra, è semplice e graficamente non vanta quella ricchezza a cui siamo abituati. Ma proprio qui risiede la sua forza, poiché permette di soffermarsi sulla sua trama diretta e genuina, facilitando l'immergersi in essa ed empatizzare con i vari personaggi. Il tratto semplice non distoglie dai particolari che davvero contano e il film non si dilunga in inutili divagazioni ,ma punta alla metà...al nocciolo della questione. Un unione di fattori che mi ha portato a consigliare questo film, anziché altri altrettanto meritevoli come: "La mia vita da Zucchina", "La Canzone del mare", "La Tela animata", "The secret of Kells", "Avril e il mondo truccato", "Ernest e Celestine" ," Un Gatto a Parigi", "Dilili a Parigi" o "Ethel & Ernest"... Certo, può sembrare che io li abbia appena consigliati, ma potrebbe essere solo una vostra sensazione.

By Lo_Spartiacque

sabato 7 dicembre 2019

GUEST POST: I Kill Giants (2017)

Amici della blogosfera, oggi vi porto un ospite!
Viene dalla terra di Instagram, che non ho ancora capito se confina o meno con il mondo del blog ma, come vi dicevo appena tornata, io e una mia amica abbiamo creato un nostro posticino lì (venite a trovarci!) ed esplorando i dintorni abbiamo incontrato Lo Spartiacque (andate a trovarlo!), che oggi ospito con piacere sul blog a parlare di film, ma che su Instagram spazia tra le arti e i prodotti della nostra cultura in generale, indagando spesso e volentieri l'aleatorietà dell'origine di alcune di queste cose.
Ci parlerà di un film che non ho ancora visto, ma che, da amante del cinema per ragazzi quale sono, non mancherò di recuperare (lo trovate su NETFLIX)
Senza ulteriori indugi, ringrazio il mio ospite e vi lascio al suo articolo.



Tutto ciò che vive, muore. È per questo che devi trovare la gioia nel vivere, mentre il tempo è ancora tuo, e non aver paura della fine. Negre questo è come negare la vita. Temere questo è temere la vita.

martedì 26 novembre 2019

Light of my life - è un inno al femminismo?


Light of My Life è ora in sala, film drammatico scritto, diretto ed interpretato da Casey Affleck (Oscar come miglior attore protagonista per Manchester By The Sea)

Per i miei gusti Light of my life non comincia bene, ma benissimo.
Un padre e una bambina, forse sua figlia, sono sdraiati l’uno accanto all’altra dentro ai loro sacchi a pelo, la luce è fioca e calda, in sottofondo si sentono i rumori di un bosco e l’uomo sta cercando di improvvisare una storia della buonanotte per la ragazzina. La storia, che non è una qualunque, viene raccontata in tempo reale, è una vera favola anche per lo spettatore, e i primi dieci minuti di film passano così. Alla fine della favola Rag, la figlia, pone una domanda bizzarra, chiede: “Sono l’unica ragazzina della mia specie?” Comincia a venirci svelata solo qui la realtà che circonda i due protagonisti. Siamo infatti in un imprecisato futuro distopico in cui un virus mortale ha decimato la popolazione femminile mondiale.
Una scena di partenza di questo livello ti fa delle promesse che a mio avviso, purtroppo, da lì in avanti non sono state mantenute. Non ho trovato nessun altro momento padre-figlia all’altezza di questo primo, e soprattutto non ce n’è stato uno che si inserisse nella stessa scia per dare organicità al film.

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sabato 23 novembre 2019

Le Mans '66 - la grande sfida


In Les Mans ‘66 siamo, lo ricorda il titolo, a metà degli anni sessanta e la Ford Motor Company è in crisi. Ha bisogno di rilanciare il suo marchio e dunque quegli individui poco raccomandabili del reparto marketing propongono a Henry Ford II di pensare come Ferrari e di produrre una macchina da corsa. Perché, lo dimostrano i fatti: le auto di Ferrari sono un simbolo, un simbolo nella cultura popolare, vogliono dire vittoria, e la gente vuole questo: indossare un simbolo di vittoria, bere un emblema di felicità e altrettanto vuole guidarlo, vuole esporlo. La gente non vuole un’auto, vuole un segno di riconoscimento.

Fatto sta che Ford decide di imbarcarsi in questa impresa, pensando di sfruttare il suo vantaggio economico per entrare in competizione con Ferrari, allora imbattuta, ed è qui che scende in campo Carroll Shelby, ex pilota agonistico ritiratosi per un problema di salute, fondatore della Shelby-American, azienda che all’epoca produceva una propria macchina da corsa: la Cobra. Veicolo su cui il massimo commento che io posso fare è: figo il nome!

Infatti non sono un’amante di auto, corse, motori e cose di questo genere, anzi non le sopporto proprio. Ciò che invece amo è il cinema che riesce a farmi emozionare anche con qualcosa di cui nel quotidiano non mi interesso minimamente, e badate che ci riesce ogni volta ma io continuerò comunque a stupirmene. D’altronde il gioco è facile, il denominatore comune tra lo spettatore e qualunque cosa possa essere narrata è sempre uguale ed è presto detto: è l’essere umano. Raccontami in che modo c’entra l’uomo e io penderò dalle tue labbra.

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giovedì 21 novembre 2019

Cosa esce oggi al cinema? - 21 novembre


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VERTIGO - LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE (USA 1958) uno dei capolavori di Alfred Hitchcock con Kim Novak e James Stewart è di nuovo in sala da lunedì 18 distribuito da Cineteca di Bologna. Ne approfitti chi può! L'UFFICIALE E LA SPIA (USA) Decisamente il film più atteso della settimana, chiacchierato sì, ma sempre meno del suo regista, Roman Polanski, che più che chiacchierato è largamente contestato. Cosa legittima e comprensibile, tuttavia il film sembra comunque essere ottimo e si è conquistato il Gran premio della giuria a Venezia. Il racconto è un noto capitolo della storia e della politica francese: l’affaire Dreyfuss. CETTO C'È, SENZADUBBIAMENTE (Italia) Torna al cinema Cetto La Qualunque: un personaggio comico e satirico ideato e interpretato da Antonio Albanese, già portato sul grande schermo con le commedie “Qualunquemente” (2011) e “Tutto tutto niente niente” (2012). Diretto da Giulio Manfredonia e co-sceneggiato da Albanese. ASPROMONTE - LA TERRA DEGLI ULTIMI (Italia) Primi anni ‘50, Appennino calabro, in un paesino non ancora raggiunto nemmeno dalla corrente elettrica arriva una maestra di Como e ha tutte le intenzioni di rendersi utile. Lo stanno definendo un western atipico, è un film di Mimmo Calopresti con Valeria Bruni Tedeschi e Marcello Fonte. LIGHT OF MY LIFE (USA) Scritto diretto ed interpretato da Casey Affleck. È il suo debutto registico nel cinema di finzione e lo fa con una storia distopica: sulla terra un virus ha sterminato quasi tutto il genere femminile ed un padre e la sua bambina sono costretti a nascondersi e lei a fingersi un maschio per non correre rischi. COUNTDOWN (USA) Genere horror (forse). Circola una nuova app: ti dice quanto ti resta da vivere, previsione che, qualunque cosa tu faccia, si rivelerà sempre comunque corretta. Vi ricorda qualcosa? Suvvia, non è copiare, è progresso tecnologico, il VHS è ormai obsoleto. In più STORIA DI UN MATRIMONIO (USA) con Scarlett Johansson e Adam Driver è da lunedì 18 in alcune sale e sarà su Netflix dal 6 dicembre. Cosa andrete a vedere? 🤩
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giovedì 14 novembre 2019

Living with yourself: Paul Rudd e Paul Rudd al loro meglio in una serie che rimane un po' sotto tono

Otto episodi brevi, scritti da Timothy Greenberg e diretti dai coniugi Jonathan Dayton e Valerie Faris, registi di Little Miss Sunshine. Distribuita su Netflix, ottobre 2019.
...

Cosa può esserci di peggio del dover vivere con sé stessi? Probabilmente dover letteralmente convivere con sé stessi.
Invece cosa può esserci di meglio di Paul Rudd in una serie tv? Ovviamente, due Paul Rudd nella stessa serie!

Avete presente quella cosa nella vita in cui inciampate di continuo? È sempre lì, ancora nello stesso posto, medesime dimensioni, eppure vi ostinate a finirci goffamente contro ogni volta. É quel problema che non vogliamo vedere, la tristezza che non vogliamo curare, un dubbio che non vogliamo ammettere, sono le insicurezze per cui non vogliamo chiedere aiuto. Proprio come una credenza vintage parcheggiata in un corridoio pensando che diventerà il simbolo dell’unione della propria famiglia e invece è solamente un ostacolo contro cui sbattere e motivo di battibecchi. Perché un oggetto in fondo non ha nessun potere e credere che ce l’abbia è solo un modo per sollevare sé stessi dalla responsabilità di trovare la forza. (Fucking credenza!)

Adoro, in un film o una serie, l’attenzione per questi piccoli dettagli simbolici che fanno da sottotitolo ad una situazione concreta e allegorica allo stesso tempo. Per questo non me la sento di bocciare Living with yourself, perché tenta davvero di fare delle cose carine e voglio vedere se per la seconda stagione (se mai ci sarà) riuscirà a sistematizzarle meglio, perché le carte le avrebbe avute, il punto dolente è come se le è giocate.

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sabato 2 novembre 2019

Yesterday – se i Beatles non fossero mai esistiti ma tu sapessi le loro canzoni?

Di Yesterday ho visto il trailer per caso e già mi aveva fatto ridere la sua trovata bizzarra. Si immagina un mondo in cui improvvisamente i Beatles non sono più esistiti, nessuno sa più chi siano. Solo un musicista di scarso successo inspiegabilmente se li ricorda e conquista il pubblico di tutto il mondo spacciando come sue le loro iconiche canzoni.
Avendo poi scoperto che la sceneggiatura è di Richard Curtis e la regia di Danny Boyle, inevitabilmente mi erano nate delle aspettative di un certo livello riguardo a questo film. Si tenga presente che Richard Curtis ha scritto tutte le mie commedie preferite tra quelle degli ultimi venticinque anni. Vi cito solo una top 3 per brevità: Questione di tempo, Love Actually e Notting Hill. Robetta da nulla, insomma.
Aspettarsi una cosa al livello di quelle sopracitate è stato un po' azzardato, me ne rendo conto. Peccato, perché in realtà il film è oggettivamente carino, divertente e leggero e realizzato con uno stile che almeno non è del tutto spiccicato a ciò a cui siamo abituati.

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In arrivo oggi: recensione di Yesterday, stay tuned
Sam