mercoledì 30 settembre 2015

Everest



Produzione USA|UK|Islanda|2015
Regia Baltasar Kormákur
Soggetto saggio Aria sottile|Jon Krakauer
Sceneggiatura Simon Beaufoy|William Nicholson
Fotografia Salvatore Totino
Montaggio Mick Audsley|Baltasar Kormákur
Musiche Dario Marianelli

Con Jason Clarke|Jake Gyllenhaal|Josh Brolin|John Hawkes
Robin Wright|Michael Kelly|Keira Knightley|Sam Worthington|Emily Watson

venerdì 25 settembre 2015

Inside out...sider che non sono altro!


(Se vuoi leggere anche il primo post su questo film clicca qui)

(giuro che dopo questo passo e chiudo XD )

Inside out è piaciuto, anzi stra piaciuto a tutti quanti. Io invece lo avevo liquidato con un semplice "bel film, divertente, ma non è nemmeno lontanamente all'altezza di certi capolavori passati", e dicevo questo prima ancora che uscisse in Italia e che tutti ne cominciassero a scrivere (io compresa) e prima ancora di poter buttare giù, nero su bianco, un commento che comprendesse anche le mie buone ragioni.
D'altronde mica avevo pensato di doverle dare le mie buone ragioni: lo giudicavo un film da guardare con leggerezza, per puro divertimento, e non una pellicola da sviscerare e scandagliare in ogni suo minimo dettaglio come fosse la cosa più trascendentale che la terra avesse mai visto.
Invece alla sua uscita in Italia ho sentito un unanime grido che diceva: capolavoro, rivoluzionario, commovente e profondissimo, il più istruttivo che la Pixar abbia mai realizzato! Non nego di essere rimasta un attimo confusa e di essermi chiesta a lungo cosa avessi visto io? Forse un altro film?
Quando tutti, ma proprio tutti, vanno in una determinata direzione faccio fatica a non pensare di essere contromano. Eppure ho scelto di rimanere col mio partito: per me non era un capolavoro, gli mancava qualche ingrediente di quelli fondamentali: era risultato insipido al mio palato.
Tuttavia credo di non essere riuscita a capire perfettamente cosa gli mancasse quando ne ho scritto la prima volta o quanto meno non credo di essere riuscita ad esprimerlo a chiari termini.
Cosa lo rendeva privo di quel mordente che un capolavoro deve possedere per poter essere definito tale?
Il contenuto. É manchevole nel contenuto, nella storia, nelle scelte narrative e dunque tutta la struttura è molto poco stabile.
Forse, volendo dare fiducia agli autori posso ipotizzare che il problema sia stato di voler mettere troppa carne al fuoco: un entusiasmo eccessivo nel cercare di ricreare un immaginifico universo della mente e personificare alcune emozioni ha portato a sacrificare la ricerca di una narrazione forte, solida, coerente e pregna di significato. Questo sarebbe stato sicuramente l'elemento base di un capolavoro se fosse stato presente.
Eppure tanti, troppi, hanno trovato Inside out profondo come pochi. Nello scorso articolo io invece avevo parlato di eccessiva semplicità e dello scollamento che appariva tra personaggi ed emozioni.
Se volete sapere la mia con più chiarezza, giungendo dritti al dunque: Inside Out fa un vero e proprio casino!
Parla principalmente di emozioni e di ricordi. Ma quanto è semplicistico ridurre a questo un essere umano, e ancor più una bambina ormai in odore d'adolescenza? É superficiale il modo in cui le emozioni guidano Riely, come se tutto dipendesse da loro, come se Riely non avesse alcun potere decisionale. É divertente, ma è davvero di poca altezza come concetto. É per questo motivo che pare quasi che ci sia uno scollamento tra personaggi ed emozioni. Il che è paradossale per un film che parla proprio di queste.
E sia chiaro che non avrei mosso questa lamentela se non fosse che tutti quelli che ne scrivono stanno facendo le più elevate discussioni filosofiche, se così non fosse stato a me sarebbe bastato dire che è una rappresentazione giocosa e spassosa.
Riely non mi pare più una persona emotiva appena so di quei cinque personaggini colorati che fanno casino nella sua mente. Che cos'è l'emozione se io non so nemmeno di provarla? Forse è l'istinto che è così, forse lo è la passione, o meglio l'ossessione, ma l'emozione è qualcosa che accompagna le azioni, al limite le personalizza, ma non le comanda.
Molti hanno parlato di elogio alla tristezza, di un film che in maniera rivoluzionaria, in un epoca in cui predomina la necessità di essere euforici, mette in chiaro il valore della tristezza nei confronti della gioia. Delle altre tre emozioni rappresentate invece si parla poco e niente.
Forse allora andiamo su concetti un po' più profondi per davvero, ma anche qui la solidità manca del tutto e un bambino non ne può certamente trarre più di quel che c'è effettivamente, come non può un adulto, a meno che non voglia partire da qualche spunto che il film dà per farne delle sue riflessioni personali. Legittimo, ma in questo caso il merito sarebbe tutto suo e non della Pixar o di Docter.
Penso che, a maggior ragione per un film d'animazione che si rivolge anche al target dei ragazzi, sia necessario capire dove porta davvero il film al di là delle mille possibili elucubrazioni filosofiche o poetiche. In che modo viene dato valore alla tristezza e alla malinconia?
I ragazzi di oggi non sono in grado di gestire nessuna emozione, figurarsi quelle vagamente difficili come la tristezza. É vero che la realtà della ricerca ad ogni costo dell'anestetico o dell'eccitante (in ogni accezione e declinazione possibile della cosa) è sempre più diffusa. É vero che a questo proposito sarebbe bello insegnare ai ragazzi che è legittimo anche sentirsi tristi, annoiarsi o essere noi stessi noiosi, che male ci sarebbe?
Ma ciò non può proprio scaturire da un film così costruito. Dunque non è questo il rivoluzionario elogio alla tristezza di cui tutti parlano.
La tristezza appartiene un po' a tutti quelli che non siano totalmente stupidi. Esiste, non c'è nulla da farci. Esiste e fa parte della gioia tanto quanto la morte fa parte della vita. Un errore sarebbe negarla, la cosa giusta è fare come ha fatto Riely, riconoscerla, ammetterla, dichiararla senza paura a chi ci vuole più bene. Tuttavia non è certo la tristezza a portare la gioia, al limite la forza con cui la affrontiamo. La forza che a volte in minima parte è nostra, ma molto più spesso ci viene da altri, altri che ci amano.
Inside out prova a dire di come a volte sia il nostro essere tristi ad aiutarci a trovare una relazione con gli altri e dunque a darci la gioia che questa comporta. Il concetto in sé è bello, anche se la ricerca della relazione viene completamente eclissata dalla personificazione delle emozioni e dalla scelta di renderle esclusivi piloti delle azioni della bambina. Inoltre è anche una verità da prendere con le pinze, non da elevare a saggezza universale, tant'è vero che io ci ho messo un “a volte” davanti. Perché è un discorso complesso.
Forse il malinconico ricordo di chi ci aspetta perché ci ama ci può fare alzare per andare nella giusta direzione, ma poi servono molte altre cose: quali il rispetto per la famiglia, il coraggio di tornare sui nostri passi e di ammettere la fatica e infine l'umiltà per chiedere scusa e chiedere aiuto.
Per cui a mio parere non è l'elogio alla tristezza la cosa essenziale, casomai l'importanza di restare uniti a chi ci vuole bene.
Si può dire che questo sia ciò che è accennato nel film. Il messaggio c'è ma non è trasmesso con forza, non con quella che tutti stanno acclamando. Il modo in cui questo film d'animazione cerca di raccontare una cosa piccola anche se importante non è nemmeno lontanamente paragonabile a come lo hanno fatto prima di lui certi mostri sacri dell'animazione e soprattutto le scelte contenutistiche sono davvero lacunose.
Eppure è questo che è stato acclamato capolavoro!
E io non riesco a farmene una ragione.

mercoledì 23 settembre 2015

Come quando hai voglia di vedere un buon film

La mia coinquilina questa mattina mi ha ricordato (prima ancora che potesse farlo Google con le zucchine) che oggi è già il primo giorno d'autunno.


Io a dispetto di ciò ancora non sono riuscita a mettere in campo nessuna delle novità che avevo previsto per questo povero blog.
Allora oggi, per festeggiare l'equinozio, ho deciso di buttarne là una!
Semplice semplice, eh! Ma ci tengo.

Consiste in questo:

Avete presente quando avete voglia di vedere un buon film? Quando avete voglia di vedere uno di quelli che ti lasciano senza parole?

Io ho voglia di conoscere film nuovi, o meglio, nuovi per me che sono un'ignorante patentata. Vorrei vedere alcuni di quei film importanti che io mi sono persa per età o per distrazione.
Quindi pensavo di chiedere a chiunque sia disposto a collaborare di parlarmi brevemente in un commento di un film del genere suddetto (anche solo due parole che lo descrivano nella sua unicità) e magari che sia un film che possa anche incontrare i miei gusti personali. Scrivetemi, se volete, anche perché pensate che debba lasciarmi senza parole. Ormai ho parlato di parecchi film, chissà se le mie preferenze sono un po' trapelate.

So che mi basterebbe leggere gli altri blog per scoprire nuovi film (cosa che infatti accade) ma con questo post chiedo un suggerimento personalizzato (che egocentrica) ;-)

Io non mancherò di ringraziare chi mi avrà consigliato un titolo e di commentare il film con un post una volta che l'avrò reperito e visto! Sono sicura che scoprirò tanti bellissimissimi film di cui non immaginavo nemmeno l'esistenza.

Tutto qui e BUON PRIMO GIORNO D'AUTUNNO. Alla prossima :)

sabato 19 settembre 2015

Inside out - due avverbi surclasseranno quello del 2009: Up?


Ero appena tornata carica di belle speranze e poi… mi ripresento solo dopo un mese. Succede! Ma rieccomi. 



Produzione Pixar Animation Studios|USA|2015
Regia Pete Docter
Soggetto Pete Docter|Ronnie del Carmen
Sceneggiatura Pete Docter|Meg LeFauve|Josh Cooley