giovedì 27 agosto 2015

Quando c'era Marnie - Io sono tornata, lo Studio Ghibli così così

Strana cosa il tempo. Avevo detto un mese di pausa e un mese di pausa ho fatto, ma devo ammettere che questo mese è durato troppo poco, trenta giorni fuggiti via, rincorsi e ora finiti... sob! Ero appena sparita, eccomi risbucare...


Scusate la citazione fuori luogo, non ho saputo resistere ;-)
Tornare è dura. Mi pareva quasi di non ricordare più niente: dal nome del carattere che utilizzo per scrivere alla password di accesso a google. Ma sono tutte scuse, è ora di ricominciare! Inoltre lasciatemi qualche settimana per assettarmi e poi ho intenzione di portare qualche novità su Come nei film. D'altronde evolversi è sempre un processo necessario, anche nel mondo virtuale, no?

Per inaugurare il ritorno del blog ho scelto di andare a vedere il nuovo e, si vocifera, ultimo film dello Studio Ghibli:

Quando c'era Marnie


Titolo originale Omoide no Mānī

Produzione Studio Ghibli|Giappone|2014
Regia Hiromasa Yonebayashi
Soggetto Hiromasa Yonebayashi|Keiko Niwa|Masashi Ando|dal romanzo di Joan G. Robinson
Character design e animatore Masashi Ando
Musiche Takatsugu Muramatsu su tema di Priscilla Ahn, Fine on the outside

Il mio primo approccio con lo Studio e con l'animazione giapponese in generale è piuttosto recente, potete leggere su questo blog di quando ho cominciato a recuperare e adorare i film di Miyazaki (effettivamente mi sono fermata in fretta, ma non perchè non mi piacessero). 
In questo caso però Miyazaki non centrava nulla, infatti lui ci ha salutato con Si alza il vento, e la sua assenza è parecchio evidente. In questo film mancava la favola, quella che, ormai ne sono sicura, nei maggiori successi dello Studio Ghibli era figlia dell'appena citato Maestro.
Comunque lo vogliate girare, Quando c'era Marnie non è né un film per bambini, né una storia per adulti, ma è una tristezza infinita: tre generazioni di piagnistei. A tratti è divertente nella sua melodrammaticità molesta, e questa non è cosa buona.

Protagonista del film è Anna, una ragazzina piuttosto sfortunata, orfana, che soffre d'asma e di vittimismo. Vive in città con la tutrice e un'estate viene mandata a stare da alcuni parenti che non aveva mai conosciuto prima in un villaggio vicino al mare, perché l'aria più salubre possa giovare al suo malessere. In questo luogo Anna scorgerà una villa abbandonata che le pare familiare e comincerà a curiosare. Qui incontrerà Marnie, una ragazzina bionda nonché una misteriosa apparizione. Grazie a lei Anna riuscirà a far riaffiorare dei ricordi infantili che nemmeno sapeva di possedere e così farà i conti col suo passato, con le sue radici, e tornerà a casa più felice e sentendosi più amata che mai.


La trama è tratta dal romanzo per ragazzi When Marnie Was There della scrittrice britannica Joan G. Robinson, che è datato 1967 e di cui non so altro, ma l'adattamento cinematografico ha senz'altro qualche problema. Anzi, è mia opinione che la cosa più scarsa di questo film sia proprio la storia, a pari merito con la traduzione italiana dello script che fa pena (ovviamente non ho idea di come possano essere i dialoghi originali, ma certe cose stridono tanto da far pensare ad un adattamento poco curato).
C'è da dire che una storia scarsamente esaltante può comunque essere valorizzata da una narrazione ricca di verve e sorprese e da personaggi diversificati e intriganti. Peccato che tutto questo manchi completamente. Ed é davvero un peccato perché in realtà questa stessa storia raccontata con un articolazione più complessa e dando un po' più di spessore alle relazioni tra i personaggi avrebbe potuto produrre un ottimo risultato, magari non un'opera per bambini, ma un buon film sì.
Gli unici personaggi che rischiano di mettere un po' di colore nell'uggiosità del racconto sono la coppia di zii che ospita Anna, ma restano sempre ai margini, e la bimba che arriva ad abitare la villa abbandonata sul finale, ma arriva appunto a tre quarti del film ed è decisamente troppo tardi.
Un'altra pecca, a mio avviso, è che tutta la prima parte dovrebbe essere sostenuta unicamente dalla relazione che si instaura tra Marnie e Anna, ma proprio quella era carente: si incontrano, si promettono amicizia eterna, ridono, si chiamano, si raccontano le loro disgrazie, fanno a gara a chi è più sfortunato e poi si compatiscono un po'. Tutto ciò è un tantino deprimente e le cose un tantino deprimenti non possono rifilarmele così, gratuitamente. Non approvo.
Ciò che rende il film comunque godibile è la bellissima animazione, che in un cartone animato è certo una parte rilevante, ma se nella narrazione manca la favola, manca tutto. Ci sono certi paesaggi illuminati dal tramonto che danno la stessa impressione che darebbero se fossero veri, la pioggia, Anna che si toglie le scarpe e cammina nell'acquitrino, la barchetta che sbatte sulla banchina, tutto dà la sensazione più giusta, in questo lo Studio Ghibli non si smentisce.
Altra cosa decisamente apprezzabile sono le musiche e con questo il film totalizza ben due elementi che lo portano alla sufficienza piena, ma di più, per come l'ho vissuto io, non può proprio avere.