Strana
cosa il tempo. Avevo detto un mese di pausa e un mese di pausa ho
fatto, ma devo ammettere che questo mese è durato troppo poco,
trenta giorni fuggiti via, rincorsi e ora finiti... sob! Ero appena sparita, eccomi risbucare...
Scusate la citazione fuori luogo, non ho saputo resistere ;-)
Tornare è dura. Mi pareva quasi di non ricordare più niente: dal nome del carattere che utilizzo per scrivere alla password di accesso a google. Ma sono tutte scuse, è ora di ricominciare! Inoltre lasciatemi qualche settimana per assettarmi e poi ho intenzione di portare qualche novità su Come nei film. D'altronde evolversi è sempre un processo necessario, anche nel mondo virtuale, no?
Per
inaugurare il ritorno del blog ho scelto di andare a vedere il nuovo
e, si vocifera, ultimo film dello Studio Ghibli:
Quando
c'era Marnie
Titolo originale Omoide no
Mānī
Produzione
Studio
Ghibli|Giappone|2014
Regia
Hiromasa Yonebayashi
Soggetto
Hiromasa
Yonebayashi|Keiko Niwa|Masashi Ando|dal romanzo di Joan
G. Robinson
Character
design e animatore Masashi
Ando
Musiche
Takatsugu Muramatsu su
tema di Priscilla Ahn, Fine on the outside
Il
mio primo approccio con lo Studio e con l'animazione giapponese in
generale è piuttosto recente, potete leggere su questo blog di
quando ho cominciato a recuperare e adorare i film di Miyazaki (effettivamente mi sono fermata in fretta, ma non perchè non mi piacessero).
In
questo caso però Miyazaki non centrava nulla, infatti lui ci ha salutato con
Si alza il vento,
e la sua assenza è parecchio evidente. In questo film mancava la
favola, quella che, ormai ne sono sicura, nei maggiori successi dello Studio
Ghibli era figlia dell'appena citato Maestro.
Comunque
lo vogliate girare, Quando
c'era Marnie non è né
un film per bambini, né una storia per adulti, ma è una tristezza
infinita: tre generazioni di piagnistei. A tratti è divertente nella
sua melodrammaticità molesta, e questa non è cosa buona.
Protagonista
del film è Anna, una ragazzina piuttosto sfortunata, orfana, che
soffre d'asma e di vittimismo. Vive in città con la tutrice e
un'estate viene mandata a stare da alcuni parenti che non aveva mai
conosciuto prima in un villaggio vicino al mare, perché l'aria più
salubre possa giovare al suo malessere. In questo luogo Anna scorgerà
una villa abbandonata che le pare familiare e comincerà a curiosare.
Qui incontrerà Marnie, una ragazzina bionda nonché una misteriosa
apparizione. Grazie a lei Anna riuscirà a far riaffiorare dei
ricordi infantili che nemmeno sapeva di possedere e così farà i
conti col suo passato, con le sue radici, e tornerà a casa più
felice e sentendosi più amata che mai.
La trama è tratta dal romanzo per ragazzi When Marnie Was
There
della scrittrice britannica Joan G. Robinson, che è datato 1967 e di
cui non so altro, ma l'adattamento cinematografico ha
senz'altro qualche problema. Anzi, è mia opinione che la cosa più
scarsa di questo film sia proprio la storia, a pari merito con la
traduzione italiana dello script che fa pena (ovviamente non ho idea
di come possano essere i dialoghi originali, ma certe cose stridono
tanto da far pensare ad un adattamento poco curato).
C'è
da dire che una storia scarsamente esaltante può comunque essere
valorizzata da una narrazione ricca di verve e sorprese e da
personaggi diversificati e intriganti. Peccato che tutto questo
manchi completamente. Ed é davvero un peccato perché in realtà questa stessa storia
raccontata con un articolazione più complessa e dando un po' più di
spessore alle relazioni tra i personaggi avrebbe potuto produrre un
ottimo risultato, magari non un'opera per bambini, ma un buon film sì.
Gli
unici personaggi che rischiano di mettere un po' di colore
nell'uggiosità del racconto sono la coppia di zii che ospita Anna,
ma restano sempre ai margini, e la bimba che arriva ad abitare la
villa abbandonata sul finale, ma arriva appunto a tre quarti del film
ed è decisamente troppo tardi.
Un'altra
pecca, a mio avviso, è che tutta la prima parte dovrebbe essere
sostenuta unicamente dalla relazione che si instaura tra Marnie e
Anna, ma proprio quella era carente: si incontrano, si
promettono amicizia eterna, ridono, si chiamano, si raccontano le
loro disgrazie, fanno a gara a chi è più sfortunato e poi si
compatiscono un po'. Tutto ciò è un tantino deprimente e le cose un
tantino deprimenti non possono rifilarmele così, gratuitamente. Non
approvo.
Ciò
che rende il film comunque godibile è la bellissima animazione, che
in un cartone animato è certo una parte rilevante, ma se nella
narrazione manca la favola, manca tutto. Ci sono certi paesaggi
illuminati dal tramonto che danno la stessa impressione che darebbero se fossero veri, la pioggia, Anna
che si toglie le scarpe e cammina nell'acquitrino, la barchetta che
sbatte sulla banchina, tutto dà la sensazione più giusta, in questo
lo Studio Ghibli non si smentisce.
Altra
cosa decisamente apprezzabile sono le musiche e con questo il film
totalizza ben due elementi che lo portano alla sufficienza piena, ma di
più, per come l'ho vissuto io, non può proprio avere.
Io direi tre generazioni di sfiga, povere donne!
RispondiEliminaComunque, anche io condivido l'amarezza che mi ha lasciato questo lavoro bellissimo visivamente ma un po' carente per quel che riguarda la narrazione, con personaggi troppo poco "motivati". Anche se nel finale ho pianto senza remore XD
sfiga e piagnistei insieme ;-)
EliminaIo no, ci vuole ben altro per farmi scendere la lacrimuccia
Bentornata, non l'ho ancora visto però mi dispiace leggere questo parere tiepido. :)
RispondiEliminagrazie per il bentornata! Spiace anche a me, dato che cerco di pagare il biglietto solo quando sono sicura di non rimanere delusa... e invece.
EliminaPerò è visivamente molto bello, quindi non lo sconsiglio comunque :)
Bentornata anche da parte mia e, come sai dato che mi hai commentato, dissento e anche molto! Per me un buonissimo film, un vero e proprio colpo al cuore condito anche da un paio di cazzotti in faccia per aumentarti il dolore
RispondiEliminagrazie per il bentornata!
EliminaEh già, so tutto ;-)
è che io non smanio proprio per le tristerie gratuite!
Io sono a metà strada. Storia e colpi di scena prevedibile, ma raccontati con gran classe e delicatezza.
RispondiEliminafinanche troppa delicatezza forse ;-)
Eliminaeheh non ho proprio saputo resistere ;-)
RispondiEliminaBentornata, un bel mesetto per ricaricarti! Ora fissa bene nella memoria password e font che ti rivogliamo bella attiva! XD
RispondiEliminaQuando c'era Marnie non l'ho visto mi dispiace, ma sicuramente recupererò qualche film d'animazione di Miyazaki che sono un po' carente in materia!
Mi spiace Sofàsophia mi ero persa il tuo commento! Tant'è che poi sono sparita di nuovo... questa spero sia la volta buona ;)
EliminaSe hai provato tristezza infinita allora vuol dire che è stato in grado di suscitati un'emozione.
RispondiEliminaciao Anonimo
Eliminain realtà ho detto che lo è tristezza infinita. che è diverso ;) E' comunque un'affascinantissima animazione, ma ho trovato poco interessante la storia