Produzione Fandango|Italia|2010
Regia Ferzan Özpetek
Soggetto e sceneggiatura Ferzan Özpetek|Ivan Cotroneo
Con Riccardo Scamarcio|Nicole Grimaudo|Lunetta Savino|Ennio Fantastichini|Ilaria Occhini|Elena Sofia Ricci|Alessandro Preziosi|Bianca Nappi
Tommaso torna a Lecce dalla sua famiglia, si era allontanato per studiare. Ha una famiglia numerosa e ordinariamente eccentrica, ma soprattutto è una famiglia di borghesi del ventunesimo secolo. Il ragazzo ha intenzione di rendere una volta per tutte definitivo il suo allontanamento rivelando alcune verità su di sé che sarebbero sicuramente risultate scomode ai suoi parenti, non sa però di non essere l'unico membro della famiglia pronto a portare un irrimediabile scompiglio.
Mine vaganti racconta una società di "signori". Quelli che devono fare sempre buon viso a cattivo gioco. Quelli che devono distinguersi dai contadini, ma anche dagli scansafatiche. Racconta che tra di loro stanno e vagano, placidamente o meno, mine pronte ad esplodere, perché non tutti, anzi forse nessuno, è nato per essere un signore.
Non amo Ozpetek e alcuni dei suoi lavori, che molti hanno trovato esaltanti, non mi entusiasmano e non mi interessano minimamente. Devo però dire che qualche cosa che potesse intrigare anche la sottoscritta lo ha prodotto e questo film è una di quelle cose.
Non è un film grandioso, ma nel suo piccolo fa tutto decisamente a modo, cosa che dà sempre risultati apprezzabili. I personaggi sono tanti e ben orchestrati, ognuno ha la sua caratterizzazione e la macchina da presa non tralascia mai lo sguardo di nessuno. Giusta e gradevole la colonna sonora. Interpretazioni curate. Un finale ad effetto che è ampiamente ad effetto.
Trovo sbagliato dargli la definizione di commedia, perché se si cerca una caratteristica centrale in questo film è proprio quella di avere i toni della commedia fino alla fine, ma non esserlo per niente. In realtà è un film drammatico. Traccia il quadro di una società che imbriglia le persone e le porta a vivere la vita di qualcun altro. Lo fa raccontando una piccola storia all'interno di una famiglia durante la quale lo spettatore aspetta un lieto fine che in realtà non può arrivare, non prima che le mine siano tutte esplose. E dopo l'esplosione si possono iniziare a raccattare i pezzi, ma alcune cose saranno perse per sempre.
Nel suo finale Ozpetek mischia il dolce e l'amaro, la festa e il lutto, senza farla passare nemmeno per un istante per una cosa destabilizzante. Sarà perché in parte un po' tutti ci siamo abituati a vivere la vita di tutti i giorni facendo buon viso a cattivo gioco. Merita una certa attenzione il fatto che questo gioco può diventare davvero molto cattivo.
Per me, invece, anche l'applauso sarebbe stato meritato. L'ho trovato davvero bello, al tempo!
RispondiEliminaCast ricchissimo, situazione che omaggiano la vecchia commedia all'italiana e, soprattutto, quelle lettere scritte bene bene che non mancano mai - assieme al solito tema dell'omosessualità - nel cinema di Ozpetek. Il monologo di Scamarcio sulla scrittura e il successivo di Ilaria Occhini, con "la terra che non può volere male all'albero", sono tra le clip che più volentieri riguardo. In assoluto. Ozpetek ho imparato ad apprezzarlo lo scorso anno e, forse, questo è quello che preferitsco, insieme alla Finestra di fronte: meno riuscito quello, ma anche lì c'era una lettera che si ricorda sempre :)
In effetti concordo con te! Anche la scrittura fa la sua buona parte in questo film e le scene che citi sono davvero semplici, ben scritte e cascano a pennello. Poi qui il tema dell'omosessualità è nel finale addirittura scavalcato da un più generico dover vivere con una maschera tutta la vita, perchè la nonna si rivela la mina più grossa. Molto bello. Però sarà una mia scarsa fiducia per Ozpetetek, ma rimane un 7 ;)
EliminaComunque quello che citi mi manca... chissà!
Insieme a questo è uno dei più belli. Ti consiglio di vederlo in tempi brevi, perché ci sono tantissime somiglianze. Con Ozpetek è tutto un dialogo tra personaggi - e nomi - che si ripetono. Mi piace parecchio per quello. ;)
Eliminacercherò di seguire il consiglio :)
EliminaLa nonna interpretata da Ilaria Occhini semplicemente fantastica.
RispondiEliminaCredo sia l'ultimo film di Ozpetek degno di visione, i successivi mi hanno convinto poco.
vero! Rimane impressa.
EliminaNon è malvagio, ha delle qualità e anche dei difetti, quindi sono d'accordo con il "niente applausi". :)
RispondiEliminaqualità decisamente apprezzabili, ma niente applausi da parte nostra ;)
EliminaRicordo che mi aveva davvero colpito, a suo tempo. Magari una nuova visione mi farà cambiare idea, però il monologo finale della nonna lo ricordo ancora bene!
RispondiEliminabenvenuto tra i lettori! :)
EliminaNon è uno di quei film che ti fa cambiare idea alla nuova visione. Perchè è piuttosto solido nel messaggio che vole lasciare
La lettera della nonna è effettivamente molto bella, come anche altri parti della sceneggiatura!