venerdì 3 marzo 2017

La porta a luci rosse di Rai2. Ovvero vi presento la vena polemica di Sam.


Non potevate farne a meno vero di conoscere il lato polemico di Sam?
Allora io comincio.

Posso dire sesso su blogspot o papà Google viene a mettere in castigo il post?
Bho, lo scopriremo.

Quello che è invece già risaputo è che in Rai certe cose vanno sdoganate con del criterio.
Ma facciamoci un favore e chiamiamo le cose con il loro nome: il criterio è solo uno e si chiama marketing!

Andiamo con ordine.
Io non sono una fan della televisione, è molto raro che guardi prodotti televisivi. Però non serve essere degli accaniti fruitori per captarne le dinamiche, quelle rivolte all'accalappiamento dello spettatore, e dello spettatore giusto per ogni circostanza, dinamiche che ovviamente hanno dovuto avere una loro evoluzione, siccome rapidamente sono cambiati gli spettatori e le loro richieste.

Ultimamente hanno pubblicizzato un prodotto che mi ha incuriosito: La porta rossa. Mi ha attirato principalmente per il suo essere pericolosamente vicino a Ghost (presente quel film con Patrick Swayze che viene assassinato e diventa un fantasma e scopre che Whoopi Goldberg può sentirlo e allora si fa aiutare da lei per proteggere Demi Moore dal cattivone che lo ha ucciso?).
Sto seguendo questo La porta rossa ed è effettivamente vicino a Ghost, ma non c'è nulla di male.
Nel pubblicizzarlo, la frase sulla bocca di tutti è stata, come fu anche qualche mese fa per I Medici, “Qualcosa di nuovo nel panorama televisivo italiano”. Molto bene o una banale normale amministrazione?

Voglio dire, anche la Barilla ha cambiato la ricetta degli spaghetti n°5, ma questo non fa di lei una paladina dell'arte culinaria? O sì?

Io in questa sede non ho nessuna intenzione di criticare la serie in sé, che poverina non ha fatto nulla di male vorrei solo che passasse un concetto: chiamiamo le cose con il loro nome, è marketing.
Se dovessi apprezzare qualcosa di questo prodotto potrei apprezzare il fatto che la Rai abbia saputo a che pubblico si stava rivolgendo e come doveva farlo, c'è del mestiere dietro tutto ciò. Tuttavia non lo apprezzerò perché è qualcosa di nuovo nella nostra televisione. Non ci stanno proponendo una cosa nuova perché “finalmente qualcosa si muove”, ci stanno proponendo una cosa nuova perché quella vecchia hanno finito di proporcela. Perché «tutto deve cambiare perché tutto resti come prima».
Secondo me è importante esserne abbastanza consapevoli, lasciare acceso il nostro senso critico perché nessuno ci faccia mai chiamare le cose così come conviene a lui.
Chiamiamole semplicemente per quello che sono. Spesso non nere o bianche, ma grigie.

Torniamo però alla nostra serie TV, che il punto saliente di questo post non lo abbiamo ancora sviscerato.
Ha avuto, nelle prime serate, un ottimo successo di telespettatori e i commenti del live twitterer medio erano:

.da brividi... piena di pathos …meravigliosa …non riesco a non piangere... ...anch'io mi merito un @LinoGuanciale... ….cuori cuori cuori faccina che piange faccina che piange...

Per cui tutto bene, no?
Poi è successo anche questo:
Ah, bufera?
Ma dai che non c'è nulla di cui scandalizzarsi troppo, vi spiego io come è andata. State ben attenti.
La produzione ha radunato l'allegra compagnia e ha detto:

Della storia fate quel ca*bip* che volete, io voglio 15 minuti di capezzoli sotto la maglietta per la Pession e almeno un nudo completo.
Lino Guanciale è un po' pudico ma fate in modo che si tolga la maglietta, per carità!
Ah, una scena di sesso per ogni protagonista!
Aspettate un momento... per quello grasso lasciate stare, valà”

Al che qualcuno ha azzardato:

Ma mi scusi come facciamo? Non tutti i personaggi hanno una relazione rilevante nella storia, non gli abbiamo nemmeno scritturato la moglie al personaggio di Ettore Bassi”

E voi ingaggiate una comparsa disposta a spogliarsi! Pivelli! Mi costa anche meno”

E così via disquisendo.

Nulla di male nemmeno qui.
L'importante è che siate tutti molto consapevoli che ora non c'è il sesso in Rai perché la Rai vuole evolversi artisticamente o perché vuole uscire da canoni antiquati o perché vuole lanciare un messaggio di qualche tipo.
C'è il sesso in Rai perché così vuole il papabile pubblico di quella fiction.
A livello narrativo o artistico, nelle fiction o serie TV degli ultimi tempi, è giustificata, nel senso è realmente a servizio della storia, solo una scena di sesso su tre.
Non dico questo per denigrare questo genere di prodotto, se volessi questo farei tutt'altro discorso, lo dico per denigrare una tendenza che non sopporto: quella di abbandonare il senso critico.

La fiction si rifà ai suoi modelli, modelli che sono in tutto e per tutto corretti, modelli dai quali l'arte e la narrativa hanno spesso tirato fuori storie monumentali. Però un conto è quando un topos è al servizio di una storia e un altro conto è quando un fruitore tipo è irretito da quel modello e lo cerca spasmodicamente, a prescindere da quello che contiene. Lo amerà anche fosse vuoto o brutto.
Con questo non voglio dire che la seconda situazione sia il male e la prima sia il bene, esistono molte cose nel mezzo.
Proprio perché esistono molte cose nel mezzo, la cosa importante è non lasciare che gli altri ci obblighino a dare nomi strumentali e pretestuosi a qualsivoglia trovata, che alla fine dei conti si rivela solo una strategia di mercato.
Perché, vi dirò di più, il marketing lo faranno anche e soprattutto su questa nostra risposta, sul nostro non chiamare le cose con il loro nome.

Ci hanno abituati a schierarci perché quelli che si mettono nel mezzo non gli servono a niente.
La Rai mette in prima serata sesso esplicito e nudo integrale.
Forza, tu sei pro o contro?
Ma non lo so, non è una questione di pro o contro...
Allora le recensioni titolano: “Proteste dei telespettatori più bigotti
Ah, io non sono bigotto, allora pro. Sono pro. Questa Porta Rossa è proprio da seguire.

Capite il meccanismo?

Detto ciò io ora condividerò questo post sui social, cercando di metterci gli # più usati, un titolo accattivante e la faccia di Lino Guanciale in bella vista (per il piacere di tutte le sue fans) e questo perché cerco quello che cercano tutti, tirare acqua al mio mulino!


DISCLAIMER: ho sfruttato l'occasione di La porta rossa per tirare fuori questa mia vena polemica, ma la verità è che si può fare lo stesso discorso per ogni cosa, anche e soprattutto al di fuori del campo dell'intrattenimento, anche in ambiti molto più delicati.
Purtroppo.

Per cui chiamiamo sempre le cose con il loro nome, difendiamoci da questa tendenza dilagante a far diventare ogni cosa strumento e pretesto per fini altri, che non centrano mai davvero con quello per cui si pensa di essersi schierati.

Non è a luci rosse, è marketing!

4 commenti:

  1. Eheh, ovvio che sia così: serve a far parlare di sé.
    Bene o male, purché se ne parli, Se arrivano a far schierare la gente tra haters e appassionati, pro e contro..., allora hanno vinto perché hanno ottenuto il massimo^^

    Moz-

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    1. Non è così ovvio per tutto il pubblico, o almeno così mi è parso :D

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  2. Quanto li odio quando fanno così, è solo per farsi pubblicità e mi da dannatamente fastidio anche se in ogni caso io di fiction non ne vedo, per cui che vogliono fanno, tanto non mi fregano ;)

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    1. L'importante è esserne consapevoli!

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