Non
potevate farne a meno vero di conoscere il lato polemico di Sam?
Allora
io comincio.
Posso
dire sesso su blogspot o papà Google viene a mettere in
castigo il post?
Bho,
lo scopriremo.
Quello
che è invece già risaputo è che in Rai certe cose vanno
sdoganate con del criterio.
Ma
facciamoci un favore e chiamiamo le cose con il loro nome: il
criterio è solo uno e si chiama marketing!
Andiamo
con ordine.
Io
non sono una fan della televisione, è molto raro che guardi prodotti
televisivi. Però non serve essere degli accaniti fruitori per
captarne le dinamiche, quelle rivolte all'accalappiamento dello
spettatore, e dello spettatore giusto per ogni circostanza,
dinamiche che ovviamente hanno dovuto avere una loro evoluzione,
siccome rapidamente sono cambiati gli spettatori e le loro richieste.
Ultimamente
hanno pubblicizzato un prodotto che mi ha incuriosito: La porta
rossa. Mi ha attirato principalmente per il suo essere
pericolosamente vicino a Ghost (presente quel film con Patrick
Swayze che viene assassinato e diventa un fantasma e scopre che
Whoopi Goldberg può sentirlo e allora si fa aiutare da lei per
proteggere Demi Moore dal cattivone che lo ha ucciso?).
Sto
seguendo questo La porta rossa
ed
è effettivamente vicino a Ghost, ma non c'è nulla di male.
Nel
pubblicizzarlo, la frase sulla bocca di tutti è stata, come fu anche
qualche mese fa per I Medici, “Qualcosa di nuovo
nel panorama televisivo italiano”. Molto bene o una banale normale
amministrazione?
Voglio
dire, anche la Barilla ha cambiato la ricetta degli spaghetti n°5,
ma questo non fa di lei una paladina dell'arte culinaria? O
sì?
Io
in questa sede non ho nessuna intenzione di criticare la serie in sé,
che poverina non ha fatto nulla di male vorrei solo che passasse un
concetto: chiamiamo le cose con il loro nome, è marketing.
Se
dovessi apprezzare qualcosa di questo prodotto potrei apprezzare il
fatto che la Rai abbia saputo a che pubblico si stava rivolgendo e
come doveva farlo, c'è del mestiere
dietro tutto ciò. Tuttavia non lo apprezzerò perché è qualcosa di
nuovo nella nostra televisione. Non ci stanno proponendo una cosa
nuova perché “finalmente qualcosa si muove”, ci stanno
proponendo una cosa nuova perché quella vecchia hanno finito di
proporcela. Perché «tutto
deve cambiare perché tutto resti come prima».
Secondo
me è importante esserne abbastanza consapevoli, lasciare acceso il
nostro senso
critico perché
nessuno ci faccia mai chiamare le cose così come conviene a lui.
Chiamiamole
semplicemente per quello che sono. Spesso non nere o bianche, ma
grigie.
Torniamo
però alla nostra serie TV, che il punto saliente di questo post non
lo abbiamo ancora sviscerato.
Ha
avuto, nelle prime serate, un ottimo
successo di telespettatori e
i commenti del live twitterer medio erano:
….da
brividi... piena di pathos …meravigliosa …non riesco a non
piangere... ...anch'io mi merito un @LinoGuanciale... ….cuori cuori
cuori faccina che piange faccina che piange...
Per
cui tutto bene, no?
Poi
è successo anche questo:
Ah, bufera?
Ma dai che non c'è nulla di cui scandalizzarsi troppo, vi spiego io come è andata. State ben attenti.
La
produzione ha radunato l'allegra compagnia e ha detto:
“Della
storia fate quel ca*bip* che volete, io voglio 15 minuti di capezzoli
sotto la maglietta per la Pession e almeno un nudo completo.
Lino
Guanciale è un po' pudico ma fate in modo che si tolga la maglietta,
per carità!
Ah,
una scena di sesso per ogni protagonista!
Aspettate
un momento... per quello grasso lasciate stare, valà”
Al
che qualcuno ha azzardato:
“Ma
mi scusi come facciamo? Non tutti i personaggi hanno una relazione
rilevante nella storia, non gli abbiamo nemmeno scritturato la moglie
al personaggio di Ettore Bassi”
“E
voi ingaggiate una comparsa disposta a spogliarsi! Pivelli! Mi costa
anche meno”
E
così via disquisendo.
Nulla
di male nemmeno qui.
L'importante
è che siate tutti molto consapevoli che ora non c'è il sesso in
Rai perché la Rai vuole evolversi artisticamente o perché vuole
uscire da canoni antiquati o perché vuole lanciare un messaggio di
qualche tipo.
C'è
il sesso in Rai perché così vuole il papabile pubblico di quella
fiction.
A
livello narrativo o artistico, nelle fiction o serie TV degli ultimi
tempi, è giustificata, nel senso è realmente a servizio della
storia, solo una scena di sesso su tre.
Non
dico questo per denigrare questo genere di prodotto, se volessi
questo farei tutt'altro discorso, lo dico per denigrare una tendenza
che non sopporto: quella di abbandonare il senso critico.
La
fiction si rifà ai suoi modelli, modelli che sono in tutto e
per tutto corretti, modelli dai quali l'arte e la narrativa hanno
spesso tirato fuori storie monumentali. Però un conto è quando un
topos è al servizio di una storia e un altro conto è quando
un fruitore tipo è irretito da quel modello e lo cerca
spasmodicamente, a prescindere da quello che contiene. Lo amerà
anche fosse vuoto o brutto.
Con
questo non voglio dire che la seconda situazione sia il male e la
prima sia il bene, esistono molte cose nel mezzo.
Proprio
perché esistono molte cose nel mezzo, la cosa importante è non
lasciare che gli altri ci obblighino a dare nomi strumentali e
pretestuosi a qualsivoglia trovata, che alla fine dei conti si
rivela solo una strategia di mercato.
Perché,
vi dirò di più, il marketing lo faranno anche e soprattutto su
questa nostra risposta, sul nostro non chiamare le cose con il
loro nome.
Ci
hanno abituati a schierarci perché quelli che si mettono nel
mezzo non gli servono a niente.
La
Rai mette in prima serata sesso esplicito e nudo integrale.
Forza,
tu sei pro o contro?
Ma
non lo so, non è una questione di pro o contro...
Allora
le recensioni titolano: “Proteste dei telespettatori più bigotti”
Ah,
io non sono bigotto, allora pro. Sono pro. Questa Porta Rossa è
proprio da seguire.
Capite
il meccanismo?
Detto
ciò io ora condividerò questo post sui social, cercando di
metterci gli # più usati, un titolo accattivante e la faccia
di Lino Guanciale in bella vista (per il piacere di tutte le
sue fans) e questo perché cerco quello che cercano tutti,
tirare acqua al mio mulino!
DISCLAIMER:
ho sfruttato l'occasione di La porta rossa per tirare
fuori questa mia vena polemica, ma la verità è che si può fare lo
stesso discorso per ogni cosa, anche e soprattutto al di fuori del
campo dell'intrattenimento, anche in ambiti molto più delicati.
Purtroppo.
Per
cui chiamiamo sempre le cose con il loro nome, difendiamoci da questa
tendenza dilagante a far diventare ogni cosa strumento e pretesto per
fini altri, che non centrano mai davvero con quello per cui si pensa
di essersi schierati.
Non
è a luci rosse, è marketing!
Eheh, ovvio che sia così: serve a far parlare di sé.
RispondiEliminaBene o male, purché se ne parli, Se arrivano a far schierare la gente tra haters e appassionati, pro e contro..., allora hanno vinto perché hanno ottenuto il massimo^^
Moz-
Non è così ovvio per tutto il pubblico, o almeno così mi è parso :D
EliminaQuanto li odio quando fanno così, è solo per farsi pubblicità e mi da dannatamente fastidio anche se in ogni caso io di fiction non ne vedo, per cui che vogliono fanno, tanto non mi fregano ;)
RispondiEliminaL'importante è esserne consapevoli!
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