Regia Morten Tyldum Soggetto Andrew Hodges Sceneggiatura Graham Moore
Musiche Alexandre Desplat
Con Benedict Cumberbatch|Keira Knightley|Matthew Goode
Mark Strong|Rory Kinnear|Charles Dance
Produzione Regno Unito|USA|2014
The imitation game racconta una storia vera. É tratto da Alan Turing: The Enigma, biografia scritta da Andrew Hodges.
Il film parla infatti di come, il non ancora trentenne matematico inglese Alan Turing, ai tempi della seconda guerra mondiale, si trovava a capo di un gruppo di teste geniali che lavorava alla decrittazione dei codici elaborati dalla macchina Enigma, usata dai tedeschi per rendere le comunicazioni militari indecifrabili. Alla fine ci riescono con l'ausilio di un'altra macchina messa a punto da Turing stesso. É sempre lui che al momento del successo fa capire ai suoi compagni che se lo stato vorrà poter usare a loro favore le informazioni che ora hanno il potere di carpire al nemico, bisognerà fare in modo che egli non sappia mai che hanno decifrato Enigma.
A creare la cornice alla narrazione di questi fatti sono degli sporadici salti temporali, nel passato e nel futuro del protagonista. Il futuro è quello in cui Turing verrà interrogato e arrestato dalla polizia inglese che indagava su di lui pensandolo una spia sovietica, e infine lo condannerà per atti osceni. Il passato è quello in cui il matematico, ancora adolescente, si scopre innamorato di un suo compagno, è così che la sceneggiatura sceglie di parlarci dell'omosessualità del protagonista. Questo tema rimane abbastanza silente per buona parte del film, per imporsi alla fine, quando siamo costretti a constatare che appena una sessantina di anni fa a un uomo veniva chiesto di scegliere tra carcere e castrazione chimica.
Questo film esce a neanche una anno dalla concessione di una grazia tardiva per Turing da parte della regina Elisabetta e i fatti che narra sono stati a lungo tenuti segreti per via delle implicazioni militari che avrebbero potuto avere.
La storia è delicata e probabilmente a questo è dovuta una sceneggiatura che cerca di non uscire in nessun modo dal suo seminato, che non osa mai. Infatti fa la scelta di lasciare molte cose solo accennate dai protagonisti e non rappresentate.
Altro fatto che porta a storcere il naso è la sensazione che in alcuni punti la Storia sia particolarmente romanzata o comunque narrata in modo troppo superficiale, visto il tono storico che cerca di avere la pellicola.
(n.d.a.: non mancherò di documentarmi per poter smentire o confermare queste sensazioni)
Funziona abbastanza bene la cornice del futuro. Accattivante ma breve l'interrogatorio tra Turing e l'ispettore, probabilmente costruito ad hoc per la finzione cinematografica, ma è una delle linee narrative su cui era lecito farlo se solo lo avessero reso ancora più esplicito osando un po' di più.
Il finale poi è forse un po' frettoloso se non semplicistico. Il discorso rincuorante del personaggio interpretato da Keira Knightley, ad un Alan Turing che dopo la condanna è ormai disperato e sconfortato, non regge bene la situazione, ripetendo una frase già diventata l'adagio del film,
_ sono le persone che nessuno immaginava che potessero fare certe cose che a volte fanno cose che nessuno può immaginare _
Poi vengono i fotogrammi finali, sui quali scorrono alcune note alla storia insieme alla bellissima colonna sonora. Gli storici stimano 14 milioni di vite salvate, per aver contribuito ad accorciare la durata del conflitto. Non sapevo si potessero far stime di questo tipo. Cosa possiamo dire di come sarebbe andata? Comunque temo questo non addolcisca la crudeltà del secondo conflitto mondiale.
Il film è comunque nel complesso molto piacevole, scorre tutto alla perfezione e soprattutto ha un ruolo dominante la coinvolgente interpretazione di Benedict Cumberbatch, nella parte del protagonista, dà al personaggio uno spessore e questo regala molto alla riuscita della pellicola.
A me è piaciuto moltissimo,l'ho trovato molto emozionante(Cumberbatch strepitoso!),e sul finale che tu definisci "frettoloso",ho pianto come una fontana.La storia è romanzata?Certo,ovvio,al cinema come nei libri,le biografie vengono sempre un pò "condite".Ma è cosa che si sa.
RispondiEliminaMille volte meglio di quella ruffianata alla plastica de "la teoria del tutto".
Ok che si sa, ma va fatto con criterio. E qui per me c'è stato poco criterio e molta voglia di vincere un oscar ;)
EliminaCos'ha di ruffiano e plasticoso "la teoria del tutto"?
Tutto forma,niente cuore.Bello come un quadro,come dicevi tu,ma freddo.
EliminaL'interpretazione di Eddie R.? E Felicity jones? Se anche uno trovasse freddo il film, non è facile dirlo di queste interpretazione secondo me, valorizzate dalla regia e dalla fotografia. Che ne pensi?
EliminaPenso che è facile vincere un Oscar con una parte da handicappato,a meno che non si sìa davvero scarsi come attori,è una di quelle cose che all'academy piace,come i film sulla Shoah.La Jones ha tutto il tempo la faccia da "che affare di merda ho fatto a sposarmi questo,non doveva schiattare in due anni?" il che sì,è coerente con la parte,ma non mi ha emozionato per nulla.
EliminaSe lo pensava perchè non ha permesso ai mefici l'eutanasia?
EliminaPer lui non ho parlato del parere dell'academy, per me ha lavorato bene.
Boh.Per non fare la figura della stronza?cmq io parlavo dell'attrice che aveva quella faccia lì fissa.
Eliminaok comprendo! Faccia fissa ;)
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