Produzione
Canada|2014
Regista,
sceneggiatore, co-produttore, montaggio, costumi (nient'altro???)
Xavier Dolan
Con Anne
Dorval|Antoine-Olivier
Pilon|Suzanne Clément
!Attenzione
presenti spoiler,
ma soprattutto divagazioni!
Torno dopo una lunga
pausa non premeditata e nel frattempo ogni tanto riprendevo in mano
questo post.
Quello che in tanti
dicono di questo film mi lascia un po' senza parole. Forse perché ho
un concetto differente di memorabile, o addirittura un diverso
concetto di contenuti pregiati.
Forse è per questo
che non mi decidevo a parlarne, ma visto che mi è stato consigliato
pubblicamente (in questo
articolo) non posso evitarlo più a lungo.
A inizio film, alcune
didascalie ambientano la storia in un Canada pseudo
distopico nel quale un governo alternativo ha emanato alcune
leggi piuttosto controverse e tra queste quella che permette
ai genitori di minori con problematiche comportamentali di affidare i
propri figli alle strutture ospedaliere senza nessun ulteriore
procedimento medico o burocratico.
In Mommy
ci sono una madre sola e suo figlio adolescente e
problematico, irascibile a livelli fortemente impegnativi,
iperattivo e che fatica a gestire ogni sentimento, positivo o
negativo che sia. Inizialmente si trova in un istituto, ma ne combina
una eccessivamente grossa e viene cacciato via. La madre lo riprende
con sé, convintissima. Anche dopo che una dipendente del centro che
stava espellendo il ragazzo le consiglia di sfruttare proprio la
suddetta legge. La convivenza è complessa, ma entrambi provano a
fare la propria parte, ognuno a modo suo, ovviamente.
Chi in principio
sembra non voler fare il suo lavoro è l'autore, che sceglie
di molestare lo spettatore con un insolito formato quadrato e
inquadrature strettissime sui soggetti.
Comunque una serie di
dialoghi e situazioni ben realizzate e un tris di ottimi
attori ti invogliano a rimanere e la storia procede su per giù
come tutti si aspetterebbero da un film del genere: ritratto
familiare estremo, pseudo intimistico, melodrammatico.
I due infatti
conoscono una loro vicina, a sua volta piena di problemi. In un
qualche modo lei entra a far parte della loro vita familiare e
presto si scoprono tutti felicemente in equilibrio coi propri guai.
Durante la scena
culmine della loro fase di ritrovata serenità questo ossimoro di
ragazzo, dolce e aggressivo, con un movimento liberatorio delle
braccia, sfiora i confini dell'inquadratura e li sposta
allargandoli fino al classico formato rettangolare. In quel momento
anche chi sta guardando si ritrova ad esultare, a rilassare la fronte
inizialmente corrugata per lo sforzo di seguire quelle immagini poco
confortevoli.
Ah, ma allora era
tutto voluto! Ah, c'è pure lo stratagemma pseudo innovativo. (ma è tutto pseudo in questo film) Vediamo come va a finire questa
storiella di ordinaria follia familiare.
Ma qui casca l'asino
perché il film non prende una direzione chiara, cosa che a questo
punto avrebbe dovuto fare, e il racconto non decolla mai. Sto
parlando della storia, del filo rosso, non c'è.
Ma
intanto, parlando delle trovate
formali ed estetiche
del film,
il
formato
torna
quadrato non appena il fragile equilibrio dei tre crolla di nuovo e
poi arriva a riallargarsi e così via. Però dopo quella prima scena
in cui questo avveniva giusto giusto nel momento migliore ed era
sottolineato dall'azione del protagonista, i cambi successivi passano
in sordina o finiscono per risultare un fronzolo inutile e forzato.
Quindi questo stratagemma che poteva essere parte rilevante della
narrazione fallisce,
a mio parere, appena sceso in campo.
E dopo il modo di
raccontare perde sostanza e consistenza il racconto
stesso. Soprattutto nella sua conclusione. Infatti la famigliola
passa un'altra serie di grossi guai, ma “loro si amano e quindi se
la cavano” (questo ovviamente non è sufficiente).
E un giorno tornando
a casa da una serena gita al mare, Die, la madre, ha una visione del
loro futuro, una visione alla “famiglia del mulino bianco” (l'equivalente americano), e
rendendosi conto che quello non poteva essere per evidenti ragioni un futuro possibile prende
la sofferta decisione di far rinchiudere suo figlio in un ospedale
psichiatrico.
Dico io: questa tizia ne ha passate di cotte e di
crude, di molto peggiori del rendersi conto che la sua vita non potrà
combaciare con l'ideale della pubblicità, ti pare che sia questa la
ragione che la porta a mollare la presa con suo figlio? E se è
questa alla fine mi chiedo, a
cosa serviva questo racconto, cosa voleva comunicare? E la risposta è
ardua dato che il film è sostanzialmente questo: tre personaggi che
si muovono in un mix di ambiguità,
cliché e
solo
alcune trovate
interessanti.
O
l'ho frainteso io o è semplicemente un film del tutto fine a sé stesso.
Questo
cinema non giudica, non crea un dibattito, un'idea, e nemmeno mi da gli strumenti per farlo. Punta
tutto sulla suggestione, ma alla fine è il vuoto ciò che resta e
ciò che si crea. L'arte non dovrebbe essere l'opposto?
Il
cinema è finzione e diceva Flaubert che l'arte è tra tutte le
menzogne quella che mente meno. A volte invece questa finzione capace
di raggiungere grandi e piccoli diventa una bugia o peggio
un'illusione di verità. Trovo tutto ciò scorretto.
Ma
voglio comunque capire: perché la maggior parte di quelli che
l'hanno visto lo hanno eletto capolavoro?
Questo post era dieci volte più lungo ma preferisco tagliarla qui e rivolgermi a chi legge. Che il dibattito sia aperto! (con educazione, s'intende)
Il dibattito, Sam, non c'è, secondo me. I gusti sono gusti, semplicemente, l'emozione è emozione. E Mommy, un miracolo di immagini, suoni, percezioni, l'ho trovato emozionantissimo. Alla scena con Einaudi in sottofondo, ad esempio, ho pianto il mare, eppure non ho mai vissuto (fortunatamente) una situazione simile. Mi ha spezzato il cuore in mille pezzi e nessun film, da allora, me l'ha rimesso in sesto o è stato così memorabile da fare altrettanto. Per me, ribadisco, il film più bello visto quest'anno - e non solo. E ti capisco: anche a me il film tutto forma non piace, ma qui ho trovato anche tanta, tantissima sostanza.
RispondiEliminabhe io sostengo che il dibattito sia sempre possibile, e opportuno soprattutto. Se non per mettere o mettersi in discussione anche solo per dare ragione delle proprie convinzioni. Come hai fatto tu. Anche se secondo me l'emozione e basta non fa un capolavoro.
EliminaMa anche solo il fatto così come è raccontato ha qualche problema: c'era davvero bisogno di inventarsi una legge? Voleva a tutti i costi girare la scena drammatica della "cattura"?
Comunquemeglio che la tagli corta pure qui o faccio troppe domande ;)
Be', c'è l'emozione ma anche un mare di tecnica. Il regista aveva venticinque anni: io, a ventuno, non mi sono neanche cucinare un uovo (no, non è vero, perché da quando la mia situazione familiare è più tragica che in Mommy mi sono rimboccato le maniche e guardato Cotto & Mangiato). In generale, la stima infinita verso qualcuno che - quasi mio coetaneo - eccelle in qualcosa che io non so fare. E un film del genere non saprei neanche pensarlo; non saprei neanche scomporlo e analizzarlo. Troppo indomabile, troppo libero.
EliminaLa vita non è per niente un film, ma dato che Dolan sembra voler portare dei drammi sullo schermo, dovrebbe raccontarli in maniera vera. E la verità è quello che dici tu: rimboccarsi le maniche. Se avesse voluto avrebbe potuto raccontare questo. Invece il suo film è così libero che a mio parere non c'è. Nel senso che io prediligo un cinema con un filo rosso, un film che sappia cosa vuole raccontare. Se devo essere sincera lui non mi sembra avere le idee chiarissime su cosa raccontare. Però sarà una mia impressione personale :)
EliminaMi sono piaciute le riprese, mi è piaciuta la colonna sonora, mi è piaciuto il modo in cui il film, da normale racconto di una storia "anomala", riesca ad un certo punto, grazie ad una scena particolare (quella in cui viene aperta l'inquadratura). Poi l'apoteosi, come dice Mr Ink qua sopra, arriva con la scena in cui c'è il pezzo di Einaudi!
RispondiEliminaè vero, anch'io ho visto cose belle prese singolarmente. E quella sequenza, per quanto bella io l'ho trovata così fuori contesto. Perchè come dicevo nel post è davvero il fatto che non possono avere la vita da ideale pubblicitario che la spinge a farlo rinchiudere? Dopo che la loro storia non era mai stata da ideale pubblicitario.
EliminaIo non lo considero il miracolo detto da molti, ammetto che è furbetto per certe cose, ma alla fine racconta una storia d'amore familiare. Di una madre che fa tutto ma che alla fine crolla sotto il peso della propria situazione e fa la cosa più discutibile ma, alla fine, l'unica possibile. Ed è lei la prima a soffrirne, ma lo fa per amore di un figlio così difficile e problematico, che altrimenti avrebbe avuto vita davvero difficile. E anche quelle inquadrature così assassine le ho viste come a simboleggiare una gabbia che nella quotidianità, affetti e gestione dei problemi inclusi, ci creiamo da soli.
RispondiEliminaPosso capire che non piaccia. Il al momento sto lavorando come animatore per disabili e situazioni simili le ho già viste. Forse è proprio per questo che ho apprezzato così tanto quel finale così controverso, anzi, non avessi avuto alle spalle questa esperienza magari l'avrei recepito diversamente.
sì la parola miracolo ha un peso tutto diverso :) concordo.
EliminaPerò non concordo sul racconta una "storia d'amore familiare". Principalmente perchè non è chiaro quello che vuole raccontare e poi perchè lei poteva trovare altri modi per aiutarlo, anche allontanadosi da lui (perchè come dici tu a volte è necessario) piuttosto che quell'internamento forzato che il regista ha inventato. No? Oppure poteva spiegarci perchè questa scelta... in un modo più vero. Perchè la visione da pubblicità a me non convince.
Sulle inquadrature hai ragione infatti non lo dicevo come difetto, ma solo come caratteristica. Ma lo stratagemma del respiro all'inquadratura viene subito meno purtroppo.
Ho letto con interesse la tua recensione Sam Gamgee, essendo una delle poche che ho trovato critica nei confronti di questo film. Ed ho voluto rivederlo per porre maggiore attenzione a diversi dettagli evidenziati nei vari commenti. Rispetto il tuo parere, ma rivedendolo l'ho apprezzato ancora di più e lo ammetto, mi è piaciuto moltissimo!
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