sabato 2 novembre 2019

Yesterday – se i Beatles non fossero mai esistiti ma tu sapessi le loro canzoni?

Di Yesterday ho visto il trailer per caso e già mi aveva fatto ridere la sua trovata bizzarra. Si immagina un mondo in cui improvvisamente i Beatles non sono più esistiti, nessuno sa più chi siano. Solo un musicista di scarso successo inspiegabilmente se li ricorda e conquista il pubblico di tutto il mondo spacciando come sue le loro iconiche canzoni.
Avendo poi scoperto che la sceneggiatura è di Richard Curtis e la regia di Danny Boyle, inevitabilmente mi erano nate delle aspettative di un certo livello riguardo a questo film. Si tenga presente che Richard Curtis ha scritto tutte le mie commedie preferite tra quelle degli ultimi venticinque anni. Vi cito solo una top 3 per brevità: Questione di tempo, Love Actually e Notting Hill. Robetta da nulla, insomma.
Aspettarsi una cosa al livello di quelle sopracitate è stato un po' azzardato, me ne rendo conto. Peccato, perché in realtà il film è oggettivamente carino, divertente e leggero e realizzato con uno stile che almeno non è del tutto spiccicato a ciò a cui siamo abituati.

Se arrivi da Instagram hai letto fin qui
 
Yesterday ha comunque un buon umorismo, quello di Curtis, che però purtroppo non riesce ad imporsi omogeneamente in tutte le parti del film e a tratti diventa banale e già sentito. Poi tra gli interpreti c'è Lily James, che io trovo adorabile e rede tutto più solare. Ed in ultimo viene da sé che anche le canzoni dei Fab Four aiutino parecchio la piacevolezza complessiva del film.
Ciò che invece diventa un difetto è la scelta di inserire Ed Sheeran nella storia. Lui era senz'altro l'opzione più adeguata tra i cantautori dei nostri tempi e non si è neanche comportato malissimo nell'autointerpretarsi e ironizzare su se stesso, ma se all'inizio può far ridere, poi la sua presenza costringe la trama ad un grosso appiattimento.
Inoltre mi sarei aspettata che la sceneggiatura giocasse di più attorno allo spunto di base. La storia del mondo, in pochi secondi di blackout globale, viene riscritta senza i Beatles e alcune altre cose di vario genere, è ovvio che vogliamo sapere come e perché!
Quali sono poi le conseguenze di questa amnesia globale? Tutto è rimasto come se queste cose fossero esistite o ci sono stati degli effetti?

Non si può certo dire che I Beatles non abbiano fatto la differenza a questo mondo. Dopo di loro ci sono stati anni di musica (e anche fantasiose teorie del complotto) altamente influenzati dal loro genere. Per non dire poi che a differenza del protagonista erano una band.

Ammettiamo pure, senza porci troppe domande, che un uomo qualunque, da solo sul palco nel 2019, con le loro canzoni e il management di una major, otterrebbe un successo analogo a quello dei Beatles. E Ed Sheeran? Sarebbe il medesimo cantautore che conosciamo noi in assenza di quei quattro ragazzi di Liverpool e dell’impronta che hanno lasciato?

So cosa state pensando: è poi solo una commedia fantasy e farsi tutte queste domande ha un senso davvero relativo! Perdonatemi, me le pongo solo perché il film non mi ha coinvolta abbastanza da farmi cedere volentieri all’assurdo della sua finzione.
Parliamo dunque di un ultimo elemento di questa commedia: la morale.
Anche su questo fronte la sceneggiatura mi lascia un po’ perplessa. L’intenzione è quella di far passare il messaggio che una vita di successo non è necessariamente quella in cui si ha successo, inteso come fama. Tuttavia entriamo in un terreno spinoso perché qui salta fuori che non è che i Beatles non sono mai esistiti, semplicemente non sono mai diventati una band di successo, il perché ancora una volta non ci è dato saperlo.
Curtis fa dunque un’operazione che ormai possiamo definire Tarantiniana, e se già mi sale qualche pensiero quando la mette in opera il maestro dello splatter, figuratevi quando la vedo buttata lì in una commediola. Perché come dice la mia saggia guida:
“Molti di quelli che vivono meritano la morte, e molti di quelli che muoiono meritano la vita. Tu sei in grado di valutare, Frodo? Non essere troppo ansioso di elargire morte e giudizi. Anche i più saggi non conoscono tutti gli esiti.”
Non è un’operazione che disapprovo quando vedo che il messaggio trasmesso è valido ed efficacie e giustifica la manipolazione dei fatti.
In questo caso mi sembra che non si sia fatta giustizia per la vera vita, per i veri eventi, anche terribili, che hanno segnato la storia dei quattro ex Beatles, o comunque ho il dubbio che così non sia stato. Perché alla fine di Yesterday non abbiamo fatto una riflessione su quanto di terribile ci possa essere nell’industria dell’intrattenimento e quante vite siano state spezzate insensatamente e ingiustamente da tutto ciò, avremo solo distrattamente bevuto una piccola morale da commediola su quanto sia bello cercare di avere successo nel proprio piccolo mondo del quotidiano. Quest’ultima veicolata dalla banalizzazione di un evento terribile. Perché in sostanza il messaggio di quelle scene prima del finale è questo: se John Lennon non avesse mai avuto successo coi Beatles non sarebbe stato assassinato a quarant’anni e magari avrebbe avuto una vita lunga e felice; e questa è una banalità e non significa nulla.

3 commenti:

  1. Bentornata!!! Che bello quando un blog (e una blogger) "rinascono"! :)
    Sono felice di rileggerti: purtroppo non ho istagram (a fatica riesco ad usare facebook, che mi basta e avanza) e quindi torno volentieri a frequentare queste pagine... ho visto "Yesterday" e non mi ha entusiasmato. lo ritengo il film meno bello (non più brutto) di Boyle, diciamo da sufficienza stiracchiata, ma riconosco che giocando sul fattore nostalgia qualche emozione riesce comunque a strappartela. Diciamo che da uno come lui ci si aspetta molto di più!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie speriamo duri! Sì ho pensato la stessa cosa, e soprattutto da Curtis alla sceneggiatura mi aspettavo di meglio. un'occasione sprecata, ma comunque godibile ;)

      Elimina
  2. Visto ieri. Direi una analisi perfetta

    RispondiElimina

DITE LA VOSTRA CHE HO DETTO LA MIA!