mercoledì 30 settembre 2015

Everest



Produzione USA|UK|Islanda|2015
Regia Baltasar Kormákur
Soggetto saggio Aria sottile|Jon Krakauer
Sceneggiatura Simon Beaufoy|William Nicholson
Fotografia Salvatore Totino
Montaggio Mick Audsley|Baltasar Kormákur
Musiche Dario Marianelli

Con Jason Clarke|Jake Gyllenhaal|Josh Brolin|John Hawkes
Robin Wright|Michael Kelly|Keira Knightley|Sam Worthington|Emily Watson


Se non si è ancora pazzi del tutto, quando ci si espone a dei rischi, anche fosse quello estremo che mette a repentaglio la propria vita, il pericolo lo si affronta a seguito di un calcolo. Ovviamente si insegue il risultato positivo e tanto basta; quante possibilità ci siano di raggiungerlo è un dato relativamente importante, ciò che conta è che ce ne sia almeno una.
L'unico problema è che in montagna non c'è calcolo che tenga. La montagna è tiranna, è tanto magnifica quanto crudele, è spietata e volubile, è sicuramente imprevedibile. Tuttavia è anche maestra ancor più severa della strada. Se il cammino ti costringe a rientrare in relazione con te stesso la montagna ti ci ricollega a forza. Anche se forse, nel momento in cui la vita ci abbandona, l'unico collegamento che davvero può valere qualcosa è quello con chi resta e che amiamo e che ci ama.
Everest parla di questo, raccontando di una rovinosa spedizione sulla vetta più alta della Terra avvenuta nel maggio del 1996, quando due gruppi di spedizione che stavano salendo insieme si ritrovarono nel momento della discesa in mezzo ad una tremenda bufera. I corpi di diverse persone giacciono ancora su quell'intransigente montagna che non offrì loro alcuna via di scampo.
Ma fu la montagna la vera tiranna? Questa la domanda che in molti si posero dopo questo ennesimo incidente mortale.
Le spedizioni che ci mostra il film, come molte delle altre che in anni recenti raggiungevano l'Everest, erano di tipo commerciale, un fenomeno che a quanto pare era allora in piena esplosione. Dunque i partecipanti non erano tutti scalatori esperti e per quanto le guide a capo di queste “avventure a pagamento” sapessero molto bene il loro mestiere, conoscessero a fondo la montagna e avessero preparato e allenato i loro clienti al meglio, molti ritengono che questo rendere la vetta accessibile a chiunque per denaro sia una grave concausa di molte disgrazie.
Sull'argomento so poco o niente e uno dei problemi principali del film è proprio che racconta poco di quest'ultima cosa. Quel che so è che Everest è tratto dal saggio Aria sottile scritto nel 1997 da Jon Krakauer, giornalista e partecipante di una delle spedizioni (è anche autore del best seller che ispirò il film Into the Wild di Sean Penn). Il saggio racconta la sfortunata ascesa dal suo punto di vista e ciò che lui ritenne è che le scelte fatte dai capi spedizione non furono sempre le più responsabili possibili. (questo almeno è quanto ho scoperto informandomi, ma il libro io non l'ho letto) A seguito di questa pubblicazione, come tipico in casi del genere, ci furono forti critiche e molti diedero anche il loro diverso punto di vista, uno tra tutti Anatoli Boukreev, guida presente ai fatti del '96 e ora personaggio del film.
Ci sarebbe poi da aggiungere che Krakauer ha criticato senza mezzi termini la sceneggiatura dicendo che chiunque volesse sapere come andarono le cose dovrebbe piuttosto leggere il suo libro. Insomma questa è una storia di quelle che non possono che suscitare polemica e dibattito. Io credo per il semplice fatto che è naturale che sia così: parliamo di vita umana, di sopravvissuti ad un evento che è costato la vita a molti e nel rovescio della medaglia c'è chi è pronto a fare “notizia” di qualunque cosa. Per non dire poi che poco separa quel desiderio di fare notizia da quello di voler raccontare con un film una storia a “presa rapida”. Ma questo è un altro discorso.
Forse questo Everest di Baltasar Kormákur avrebbe potuto essere parecchio interessante se avesse puntato di più sul raccontare “qualcosa di vero”. E siccome è l'articolo delle virgolette, per qualcosa di vero intendo semplicemente una narrazione che riuscisse ad andare oltre le polemiche e dire di più, andare oltre la reale versione dei fatti e raccontarne una vera, una che potesse dare qualcosa al pubblico. Qualcosa di più di un mazzolino di pubblicità occulta, una computer grafica che ti fa sentire il freddo, sentimentalismi sparsi e di vario genere e qualche accenno a tematiche alte subito smorzato dalla necessità di mantenersi neutrali o da chissà cosa.
Non so se il concetto è chiaro o se è rimasto solo un'espressione tra virgolette, ma il succo è che questo film a mio parere non è né carne né pesce e per quanto mi riguarda si aggiudica un 6/7 per il quale deve ringraziare il cast e una più che dignitosa gestione dell'aspetto corale del racconto. 
 

14 commenti:

  1. Concordo con te, l'ho trovato tanto (troppo) patinato, il cast fa il suo dovere, soprattutto Jason Clarke, che si è fato perdonare un pò di brutte scelte ;-) Cheers!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. esatto, si salva perchè sul cast non c'è nulla da ridire!

      Elimina
  2. Lo vedrò nel pomeriggio, spero.
    Non è il mio genere, ma ha un bel cast (che da quel che leggo funziona bene), una durata contenuta...
    Quindi sì, si vedrà. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Confermo, cast funzionante! Attendo pareri allora :)

      Elimina
  3. Nel complesso concordo, ne parlerò domani io. In ogni caso mi aspettavo qualcosa di diverso, dei personaggi un po' più approfonditi e invece nisba. Non un brutto film a livello assoluto, ma una vera e propria occasione sprecata.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Verrò a leggerti :) Non osa proprio, no

      Elimina
  4. Raramente guardo film "documentari", mi piace la ricostruzione storica ma deve essere il più attinente alla realtà e con i film non lo sai mai, andare a fare ricerche per appurarlo non ne ho voglia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La ricerca la dovrebbe fare chi scrive il film e chi lo dirige, forse qui l'errore è stato cercare di essere fedeli ad un saggio che dice la sua sull'accaduto, ma allo stesso tempo volere rimanere neutrali per non sollevare polemiche, per non far sentire nessuno giudicato.
      Allora tanto valeva ispirarsi solo ai fatti e raccontare una cosa che alla fine magari risultasse più vera.

      Elimina
  5. Bella analisi Sam, hai centrato il punto cruciale: questo film sembra avere un corpo estraneo inserito in un posto poco consono, per la paura di dire una parola in più che potrebbe offendere qualcuno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie :)
      Probabilmente è perchè ci sono molti sopravvissuti e molte persone coinvolte che sono ancora in vita e quindi non si poteva rischiare di sembrare giudicanti, ma allora perchè farne un film?

      Elimina
  6. Boh... a me continua a non ispirare per nulla...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non ti perdi nulla di sensazionale infatti :) vai sicuro
      Anche se una visione non fa male!

      Elimina
  7. Voglio iniziare col dire che quando sono entrato in sala nel cinema è andata via la luce per una manciata di secondi, forse dovevo aspettarmelo che non sarebbe stato un pomeriggio rilassante.
    Il film mi ha deluso, quasi quanto il cinema, se non fosse stato per il cast, come hai brillantemente sottolineato tu, sarebbe stato quasi meglio che la luce fosse andata via per tutta la durata del film!
    Sei stato più che generoso per quanto riguarda il voto!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh bhe sì forse un po' generoso, ma che posso farci, mi sentivo di esagerare ;)
      Un cinema deludente non aiuta per niente! Anche considerato quanto costa...
      Grazie per il commento e scusa il mio ritardo a rispondere.

      Elimina

DITE LA VOSTRA CHE HO DETTO LA MIA!